Via libera della Commissione Ambiente dell'Europarlamento
alla nuova normativa che prevede la possibilità per i 28 Stati membri di
limitare o bandire la coltivazione di Organismi geneticamente modificati (Ogm)
sul proprio territorio anche se autorizzata a livello Ue.
La novità rispetto al testo iniziale e' l'inserimento,
nell'elenco delle motivazioni alle quali possono ricorrere gli Stati membri per
imporre lo stop agli Ogm, del criterio "ambientale", che si aggiunge
a quelli socioeconomici, di uso dei terreni e di pianificazione urbana già
contemplati dalla norma.
Il nostro Paese, pertanto, una volta approvata
definitivamente questa norma, sarà libero di non coltivare OGM come ha fatto
fino ad ora e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 (76 per cento), che si
oppongono alla coltivazione di OGM in pieno campo. A protezione del nostro
Paese sarà l’Europa da un lato, le Alpi e il mare dall’altro, che renderanno
l’Italia finalmente sicura da ogni contaminazione di Ogm a tutela della
straordinaria biodiversità.
Molti inneggiano alla vittoria, ma occorre, però,
considerare che è una vittoria di Pirro, in quanto sarà vietata la coltivazione
di OGM sul nostro territorio, ma non sarà vietata l’importazione di prodotti OGM
(soprattutto mangimi) e non sarà evitata la produzione di carne, di latte, di
uova, ecc. derivanti dall’utilizzazione di mangimi OGM di importazione.
Pertanto, quale sarà lo scenario più probabile? Di seguito un ipotetico, ma
realistico, scenario riferito al mais:
- il nostro Paese vieterà la coltivazione di piante OGM;
- i nostri coltivatori non potranno coltivare piante OGM;
- il costo di produzione del “mais non OGM” è leggermente
superiore a quello del “mais OGM”;
- il prezzo di mercato del mais OGM sarà, non è detto che lo
sia realmente, leggermente inferiore a quello del mais convenzionale;
- le importazioni di mais OGM a causa degli accordi del WTO,
saranno sempre più abbondanti;
- gli allevatori preferiranno il mais OGM di importazione,
poiché meno costoso;
- i nostri coltivatori subiranno un danno economico da
questa scelta di vietare la coltivazione di mais OGM;
- aumenteranno le proteste per una situazione che i
coltivatori non riescono a comprendere, ovvero vietarne la coltivazione nel
nostro Paese, ma consentire l’importazione di mangimi OGM;
- le proteste, con ogni probabilità, porteranno a rivedere
la decisione di vietare la coltivazione di OGM.
In definitiva, la norma è zoppa! Ovvero, insieme a questo
divieto, se realmente non si vogliono creare le condizioni per “aprire agli
OGM”, occorrerà:
- o vietare anche l’importazione di OGM, fatto impossibile
in relazione all’appartenenza del nostro Paese al WTO;
- o etichettare i derivati da OGM (carne, latte, uova, ecc.),
al fine di consentire al consumatore di operare una scelta consapevole.
Direi che la seconda ipotesi è quella maggiormente
percorribile, in quanto, in questo modo avremo realmente una adesione, o un
rifiuto degli OGM. Sarà il mercato a decidere. Se i consumatori riterranno che con gli OGM non ci sono problemi,
acquisteranno massicciamente derivati da OGM, favorendo così anche le
importazioni di mangimi OGM. Al contrario, se essi decideranno di non
acquistare derivati OGM, daranno una mano ai nostri coltivatori, che saranno
premiati con ogni probabilità da un
maggior prezzo dei mangimi non OGM da loro venduti.
Ma per fare tutto questo è necessario conoscere come è stato
ottenuto il cibo, ovvero è necessaria una “giusta etichettatura”.