Anche il “Comitato delle Regioni” si è occupato dell’argomento relativo alla possibilità di lasciare agli Stati membri la possibilità di limitare e/o di vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio.
Anche il “Comitato delle Regioni” ha fatto presente che prima di adottare questa normativa è necessario introdurre dei correttivi, altrimenti questa è una norma destinata ad aprire la strada agli OGM.
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2011:104:0062:0066:IT:PDF
Nel documento del Comitato delle Regioni viene evidenziato che la norma sulla possibilità di lasciare gli stati membri liberi di limitare o vietare la coltivazione di piante OGM sul loro territorio è una norma zoppa, in quanto senza l'etichettatura dei derivati essa è destinata a trasformarsi in "Cavallo di Troia" a favore degli OGM. In particolare, la carta che le multinazionali del seme potranno giocare è quella delle importazioni di OGM dall'estero per scopi mangimistici. Oggi l'Ue importa 32/35 milioni di tonnellate di sola soia, per la gran parte OGM, impiegata soprattutto per alimentazione animale. E la maggior parte di questa soia (quasi tutta quella che arriva da Usa, Brasile ed Argentina) e' geneticamente modificata. Come dire che quel che vietiamo dalla porta (la coltivazione di OGM sul nostro territorio), entra dalla finestra mediante le importazioni, che non possono essere vietate a causa degli accordi del WTO e finisce nei nostri piatti quando mangiamo “derivati da OGM”, ovvero carne, latte, uova, ecc. Ovviamente queste importazioni penalizzano la “soia non OGM” prodotta dai nostri agricoltori, con grave danno economico agli stessi. Prima o poi i nostri agricoltori si stancheranno di questa situazione e chiederanno, giustamente, di coltivare gli OGM…….tanto questi entrano ugualmente e i prodotti derivati da mangimi OGM sono anonimi e non sono riconoscibili.
Nel documento del Comitato delle Regioni viene evidenziato che la norma sulla possibilità di lasciare gli stati membri liberi di limitare o vietare la coltivazione di piante OGM sul loro territorio è una norma zoppa, in quanto senza l'etichettatura dei derivati essa è destinata a trasformarsi in "Cavallo di Troia" a favore degli OGM. In particolare, la carta che le multinazionali del seme potranno giocare è quella delle importazioni di OGM dall'estero per scopi mangimistici. Oggi l'Ue importa 32/35 milioni di tonnellate di sola soia, per la gran parte OGM, impiegata soprattutto per alimentazione animale. E la maggior parte di questa soia (quasi tutta quella che arriva da Usa, Brasile ed Argentina) e' geneticamente modificata. Come dire che quel che vietiamo dalla porta (la coltivazione di OGM sul nostro territorio), entra dalla finestra mediante le importazioni, che non possono essere vietate a causa degli accordi del WTO e finisce nei nostri piatti quando mangiamo “derivati da OGM”, ovvero carne, latte, uova, ecc. Ovviamente queste importazioni penalizzano la “soia non OGM” prodotta dai nostri agricoltori, con grave danno economico agli stessi. Prima o poi i nostri agricoltori si stancheranno di questa situazione e chiederanno, giustamente, di coltivare gli OGM…….tanto questi entrano ugualmente e i prodotti derivati da mangimi OGM sono anonimi e non sono riconoscibili.
Se vogliamo evitare che tutto questo accada, occorrerà attuare specifiche strategie difensive:
- dare la possibilità ai Paesi che non vogliono coltivare OGM di bloccarne anche l'importazione;
- etichettare i derivati da OGM, al fine di consentire al consumatore una scelta consapevole.
La prima strategia non sarà facile da applicare in sede WTO. Si possono prevedere ritorsioni commerciali da parte di altri Paesi, USA in testa.
Più semplice appare la possibilità di applicare la norma relativa all’etichettatura dei derivati, al fine di fornire trasparenza al mercato degli alimenti e consentire al consumatore una scelta consapevole.