Non è vero che se noi approvassimo per la coltivazione le piante
OGM saremmo in grado di fare a meno delle importazioni di mangimi, in quanto i
nostri costi di produzione sono molto più elevati di quelli dei Paesi
esportatori di soia e di mais e, pertanto, le nostre importazioni non
calerebbero di un grammo. Anzi, in relazione al fatto che saremmo concorrenti
con gli stessi prodotti, l’importazione di materie prime/mangimi OGM sarà
inevitabile.
Pertanto, è vero che importiamo 8 milioni di tonnellate di soia e
di mais e che la soia importata è per la gran parte OGM, ma questo non vuol
dire che se noi approvassimo le coltivazioni OGM queste importazioni
automaticamente diminuirebbero! Occorre ricordare che noi siamo “costretti” ad
importare soia perchè abbiamo esportato macchinari e altri prodotti industriali
e abbiamo ricevuto in cambio 8 milioni di tonnellate di prodotti agricoli ………….
e queste importazioni, purtroppo, deprimono i nostri prezzi interni, i nostri
agricoltori non guadagnano, abbandonano le aziende agricole di collina e di
montagna, con i conseguenti problemi di dissesto idrogeologico, e stanno zitti!
Pertanto, come qualcuno vuole farci credere, non è vero che il
nostro Paese potrebbe risparmiare 2,2 miliardi di euro, è la solita "mezza
verità"! Purtroppo, ancora una volta, la verità è un’altra, poiché il
nostro Paese, vuoi perché utilizza questo mais e questa soia come forma di
pagamento di altri beni esportati, vuoi perché non ha le condizioni pedoclimatiche
ottimali per la coltivazione di soia, vuoi perché l’agricoltura dei territori
marginali di collina e di montagna non è più competitiva, per cui è stata
abbandonata, ecc. non potrà mai azzerare questa spesa……….. che non è una vera e
propria spesa, ma costituisce un unico mezzo di pagamento dei prodotti
industriali esportati (“o mangiar questa minestra o saltar dalla finestra”). Se
non accettassimo come pagamento questi prodotti agricoli offerti dai Paesi
importatori delle nostre esportazioni, con ogni probabilità non esporteremmo
tanti altri prodotti industriali.
Tanto per rendercene conto, di seguito saranno riportati alcuni
dati relativi ai flussi di import-export da alcuni Paesi. Trattasi solo di
esempi, e come tali devono essere considerati, e vogliono esclusivamente
evidenziare che a fronte di una esportazione di prodotti
meccanico/tecnologici/moda (prodotti industriali), il nostro Paese accetta in
pagamento prodotti agricolo/alimentari (i dati sono ufficiali e sono del
Ministero dello Sviluppo Economico e si riferiscono all'anno 2012).
Paese: Argentina
(anno 2012)
ESPORTAZIONI ITALIANE (1.019 milioni di euro), principali prodotti
esportati
- Macchine
per impiego speciale (90 milioni di euro)
- Macchine
per impiego generale (35 milioni di euro)
- Medicinali
(32 milioni di euro)
- Parti
di Autoveicoli, motori, ecc. (27 milioni di euro)
IMPORTAZIONI ITALIANE (1.025 milioni di euro), principali prodotti
importati
- Oli e
grassi vegetali e animali (84 milioni di euro)
- Prodotti
di colture agricole permanenti (35 milioni di euro)
- Carne
lavorata e conservata e prodotti a base di carne (22 milioni di euro)
- Prodotti
di colture agricole non permanenti (19 milioni di euro)
- Pesce,
crostacei e molluschi lavorati e conservati (18 milioni di euro)
Paese: Brasile
(anno 2012)
ESPORTAZIONI ITALIANE (4.994 milioni di euro), principali prodotti
esportati
- Parti
di Autoveicoli, motori, ecc. (408 milioni di euro)
- Macchine
per impiego generale (737 milioni di euro)
- Macchine
per impiego speciale (365 milioni di euro)
- Altre
macchine (203 milioni di euro)
IMPORTAZIONI ITALIANE (3.402 milioni di euro), principali prodotti
importati
- Prodotti
di colture agricole permanenti (268 milioni di euro)
- Pasta-carta,
carta e cartone (259 milioni di euro)
- Prodotti
di colture agricole non permanenti (155 milioni di euro)
- Carne
lavorata e conservata e prodotti a base di carne (127 milioni di euro)
Altri esempi:
Qualcuno vuole farci credere che con gli OGM questa situazione
potrebbe essere modificata in meglio? Personalmente credo, invece, che la
situazione potrebbe modificare in peggio, poiché fin tanto che i consumatori
richiederanno alimenti “Non OGM” noi agricoltori italiani saremo in grado di
produrli e di rifornirli. Quando, invece, alimenti “OGM” e alimenti “Non OGM”
saranno considerati la stessa cosa (ma non sono la stessa cosa!), per noi gli
spazi di manovra saranno finiti e compreremo ad un prezzo più basso tutto
dall’estero. Devo dire che anche come consumatore non sarei molto contento.
Sacrificare l’agricoltura a favore dell’industria è un bene o un
male? E’ una domanda importante, che richiede una risposta altrettanto
importante, poiché l’agricoltura nel nostro Paese svolge funzioni che vanno al
di là della semplice produzione di alimenti sani e di buona qualità. La nostra
agricoltura è importante per il paesaggio, per l’assetto idro-geologico del
territorio, per la tutela della flora e della fauna, per le attività indotte,
ecc. Il nostro Paese potrà rinunciare alle esternalità prodotte
dall’agricoltura? Il nostro Paese potrà rinunciare alle nostre produzioni
alimentari di qualità? Il nostro Paese potrà rinunciare all’agricoltura? Non
credo proprio.
In definitiva, non è tutto così semplice. E’ vero che importiamo una parte (20%),
non tutti, dei mangimi che utilizziamo, ma è anche vero che saremmo in grado di
produrceli, ma ci sono altre motivazioni che ci impediscono di farlo, non certo
la mancata adozione degli OGM.