Nel latte crudo, nel latte trattato termicamente e nel latte destinato alla fabbricazione di prodotti a base di latte, il tenore massimo è di 0,05 ppb di aflatossina M1.
Diversa è la legislazione americana, in particolare per le aflatossine nei prodotti destinati all’alimentazione animale. La normativa Usa, infatti, distingue i limiti massimi a seconda della specie e del periodo di vita dell’animale e varia notevolmente, passando dal valore minimo di 20 ppb nei prodotti a base di mais per mangimi destinati alle vacche da latte (stesso limite massimo ammesso nei Paesi che fanno parte dell'UE), fino ad un massimo di 300 ppb per quelli destinati ai bovini in finissaggio (15 volte superiore a quello massimo ammesso nei Paesi dell'UE).
Negli U.S.A. può accadere poi che in
particolari annate, a causa di eventi climatici sfavorevoli, i limiti possano anche essere ritoccati:
Nel nostro Paese i Limiti Massimi
Tollerabili di aflatossine in prodotti destinati all’alimentazione umana
(espressi in µg/Kg ) sono riportati nella Direttiva 2006/1881/CE e sono pari, come si è detto, a 0,05 ppb per l’aflatossina M1 nel latte crudo e in quello termicamente trattato. Al limite massimo comunitario si sono adeguati anche alcuni Paesi asiatici, africani e dell’America
Latina.
In netto contrasto con quanto prescritto nei
Paesi dell’UE, sono gli U.S.A., alcuni Paesi dell’Europa orientale e diversi Paesi asiatici, che hanno adottato un limite 10 volte superiore, ovvero 0.50 ppb, limite adottato anche dal Codex Alimentarius nel 2001.
Si può concludere che il valore massimo
consentito per l’aflatossina M1 nel latte adottato dall’UE è tra i più
bassi al mondo e che questo limite è ottenuto senza la coltivazione di mais OGM. Pertanto, l'utilizzazione di mais Bt, da sola, non è sufficiente a garantire un basso contenuto di aflatossine nei mangimi. Se così fosse negli USA non sarebbe ammesso un limite così elevato.
Senza entrare nel dibattito sulla
possibilità o opportunità di richiedere o meno una modifica nella normativa
europea sui tenori massimi di aflatossine nel mais, va precisato che questa
procedura è lunga e complessa, anche perché richiede che siano prodotte nuove
informazioni scientifiche, che devono essere valutate dall’Efsa (l’Agenzia
europea per la sicurezza alimentare) e dal Comitato permanente della catena
alimentare della salute animale.