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giovedì 24 dicembre 2015

GENOME EDITING e OGM, la colza resistente ad un diserbante ottenuta con tecniche di CRISPR/Cas9

La tecnica di manipolazione genetica conosciuta come “Genome Editing” (CRISPR/Cas9) consente di introdurre delle mutazioni nei vegetali e di ottenere nuove piante con caratteristiche modificate, simili a quelle ottenute per “Mutazione indotta” da radiazioni, da sostanze chimiche, ecc.. E’ sicuramente una tecnica potentissima, che porterà grandi risultati per la cura di malattie umane e che qualcuno vorrebbe applicare anche alla selezione genetica delle piante che quotidianamente ci forniscono il cibo.

 

A dir la verità la prima pianta ottenuta con tecniche di Genome Editing è già disponibile. Si tratta di una varietà di colza resa resistente ad un diserbante (così come “colza RR”) il “sulfonilurea”. La necessità agronomica di poter avere a disposizione una pianta resistente a questo specifico diserbante nasce dal fatto che in alcuni Paesi, che frettolosamente hanno introdotto piante OGM resistenti ai diserbanti, dopo anni di utilizzazione dello stesso diserbante nelle coltivazioni RR, le piante infestanti hanno maturato una resistenza genetica a questo diserbante, per cui l’infestazione è incontrollabile. L’introduzione di questa nuova resistenza consentirà, quindi, di controllare infestazioni di piante che al momento risultano essere resistenti.


Il nome di questa varietà di colza ottenuta con tecniche di Genome Editing è “SU Canola" ed è frutto di una giovane società sementiera di nome “Cibus” operante in California. 
Per quanto attiene ai Paesi della UE, una delle problematiche da risolvere per consentire la coltivazione di questa colza anche nel nostro Paese è sicuramente quella relativa alla sua appartenenza o meno al gruppo delle piante OGM. In particolare, occorre rispondere ad una domanda, le piante ottenute attraverso Genome Editing sono da comprendere tra quelle OGM oppure no? La risposta è sicuramente molto difficile, in quanto le piante ottenute con questa tecnica sono indistinguibili da quelle ottenute attraverso mutazione indotta, che al momento non sono comprese tra quelle che la legislazione dell’UE definisce OGM.
A parere di alcuni scienziati la nuova generazione di biotecnologie (CRISPR/Cas9) crea risultati identici a quelli che si sarebbero ottenuti attraverso l’utilizzazione di agenti mutanti (radiazioni, sostanze chimiche, ecc.) e, pertanto, non sarebbe possibile discriminare tra queste piante e quelle ottenute per mutazione indotta. In conclusione, non farebbero parte del gruppo OGM, così come definito dalla legislazione comunitaria.



Altri invece affermano che queste nuove piante hanno il patrimonio genetico modificato in laboratorio, mediante tecniche di ingegneri genetica, e, pertanto, appartengono al gruppo di quelle piante che la legislazione identifica come OGM. In particolare, eminenti studiosi, come per esempio la Sen. Elena Cattaneo, hanno fatto notare che “Definire come giuridicamente diverso ciò che è scientificamente uguale (sempre di “taglia e cuci del Dna” si tratta) può essere una ennesima alchimia politica a cui la scienza non si dovrebbe prestare”.