La tecnica di manipolazione genetica
conosciuta come “Genome Editing” (CRISPR/Cas9) consente di introdurre delle
mutazioni nei vegetali e di ottenere nuove piante con caratteristiche
modificate, simili a quelle ottenute per “Mutazione indotta” da radiazioni, da
sostanze chimiche, ecc.. E’ sicuramente una tecnica potentissima, che porterà
grandi risultati per la cura di malattie umane e che qualcuno vorrebbe
applicare anche alla selezione genetica delle piante che quotidianamente ci
forniscono il cibo.
A dir la verità la prima pianta ottenuta con
tecniche di Genome Editing è già disponibile. Si tratta di una varietà di colza
resa resistente ad un diserbante (così come “colza RR”) il “sulfonilurea”. La necessità agronomica di poter avere a
disposizione una pianta resistente a questo specifico diserbante nasce dal
fatto che in alcuni Paesi, che frettolosamente hanno introdotto piante OGM
resistenti ai diserbanti, dopo anni di utilizzazione dello stesso diserbante
nelle coltivazioni RR, le piante infestanti hanno maturato una resistenza
genetica a questo diserbante, per cui l’infestazione è incontrollabile.
L’introduzione di questa nuova resistenza consentirà, quindi, di controllare
infestazioni di piante che al momento risultano essere resistenti.
Il
nome di questa varietà di colza ottenuta con tecniche di Genome Editing è “SU Canola" ed è frutto di una giovane società
sementiera di nome “Cibus” operante in California.
Per quanto attiene ai Paesi
della UE, una delle problematiche da risolvere per consentire la coltivazione
di questa colza anche nel nostro Paese è sicuramente quella relativa alla sua
appartenenza o meno al gruppo delle piante OGM. In particolare, occorre
rispondere ad una domanda, le piante ottenute attraverso Genome Editing sono da
comprendere tra quelle OGM oppure no? La risposta è sicuramente molto
difficile, in quanto le piante ottenute con questa tecnica sono indistinguibili
da quelle ottenute attraverso mutazione indotta, che al momento non sono
comprese tra quelle che la legislazione dell’UE definisce OGM.
A parere di alcuni scienziati la nuova generazione di
biotecnologie (CRISPR/Cas9) crea risultati identici a quelli che si sarebbero
ottenuti attraverso l’utilizzazione di agenti mutanti (radiazioni, sostanze
chimiche, ecc.) e, pertanto, non sarebbe possibile discriminare tra queste
piante e quelle ottenute per mutazione indotta. In conclusione, non farebbero
parte del gruppo OGM, così come definito dalla legislazione comunitaria.
Altri invece affermano che queste nuove piante hanno il
patrimonio genetico modificato in laboratorio, mediante tecniche di ingegneri
genetica, e, pertanto, appartengono al gruppo di quelle piante che la
legislazione identifica come OGM. In particolare, eminenti studiosi, come per esempio la Sen. Elena Cattaneo, hanno fatto
notare che “Definire come giuridicamente diverso ciò che è
scientificamente uguale (sempre di “taglia e cuci del Dna” si tratta) può
essere una ennesima alchimia politica a cui la scienza non si dovrebbe prestare”.