Tra le tante argomentazioni contrarie
all’introduzione degli OGM vi è anche quella relativa al fatto che gli OGM, in
relazione ai brevetti posseduti dalle multinazionali del seme, snaturerebbero
il ruolo dell’agricoltore, che da sempre migliora e seleziona le proprie
sementi e che, con l’avvento degli OGM, sarebbe obbligato a comprare tutti gli
anni la semente.
Purtroppo questa affermazione non è vera, in quanto sia
l’operazione di miglioramento genetico convenzionale (non OGM), sia
l’operazione di produzione delle sementi convenzionali (siano esse ibride o no)
non è quasi più svolta dall’agricoltore.
In termini molto semplicistici, le piante ibride (non OGM)
derivano dalla fecondazione incrociata di un padre certo e di una madre certa.
L’agricoltore è costretto ad acquistare tutti gli anni la semente ibrida (non
OGM), in quanto la semente ottenuta in seconda generazione non fornisce
buoni risultati produttivi. L’agricoltore paga un servizio che gli consente di
ottenere una maggiore produttività per ettaro.
Da rilevare poi che di solito la “multinazionale del seme” è
titolare del brevetto anche nel caso di piante convenzionali “Non OGM”,
siano esse ibride o no.
Perché l’agricoltore preferisce acquistare tutti gli anni la
semente? Per tre ordini di motivi:
- La semente deve avere una elevata
germinabilità e affinchè sia tale è necessario che la semente sia
coltivata, raccolta e conservata in modo adeguato e con tecnologie specifiche;
- La semente deve essere libera da
impurità. Anche in questo caso una produzione specifica per la semina
garantisce un risultato superiore a quello che si potrebbe ottenere presso
l’azienda agricola;
- La semente deve essere libera da
malattie. Anche in questo caso l’agricoltore preferisce affidarsi alle
conoscenze di una impresa specializzata.
Ci sono agricoltori che utilizzano parte del raccolto dell’annata
per la semina nell’annata successiva? La risposta è affermativa. Soprattutto in
questi ultimi anni in cui il margine economico per l’agricoltore è “ridotto
all’osso”, ci sono coltivatori che lo fanno. Le coltivazioni che si
prestano ad una operazione del genere sono soprattutto soia, frumento (duro e
tenero) e riso. Per il mais i coltivatori italiani, tranne qualche sporadico
caso di seme vitreo e/o “Maranino”, comprano il seme ibrido (non OGM) ogni
anno.
A conferma del fatto che "non è vero che con gli OGM l'agricoltore è costretto ad acquistare tutti gli anni la semente", si tenga presente che il forte sviluppo della soia RR in Argentina ed in Brasile è dovuto al fatto che questi Paesi non riconoscono il brevetto sulle sementi. Pertanto, tutti gli anni gli agricoltori trattengono una parte del raccolto dell'annata di soia RR per riseminarlo nell'annata successiva. E la soia, pur essendo OGM, germina regolarmente!