Gent. neuroscienziata Elena Cattaneo,
in relazione al fatto che molto probabilmente non ha mai
visto un campo coltivato, o, quantomeno, non ne conosce le problematiche, Le
consiglierei di non farsi strumentalizzare su problematiche di carattere
agricolo e di continuare a fare il suo lavoro, mi creda, sarebbe un bene per
tutti. Il campo coltivato, purtroppo, non è un laboratorio di chimica, ma è
qualcosa di molto più complesso, dove le interazioni tra esseri viventi sono
infinite. Occorre poi un approccio olistico al problema, senza dimenticare le
interconnessioni che possono esserci tra biodiversità, tutela del territorio, economia,
politica, etica, ecc.
DOMANDA N. 8 - Secondo Lei il derivato di un alimento (immaginiamo un prosciutto, del parmigiano, o della carne) ottenuto nutrendo gli animali con mangimi contenenti Ogm può essere considerato fra i prodotti tipici italiani? Se sì, perché non nutrirli allora con lo stesso mais Ogm, ma coltivato dalle nostre imprese agricole, qui in Italia? Se no, perché non si impedisce alle navi cariche di Ogm di arrivare in Italia? E se gli Ogm rovinano la tipicità italiana perché allora noi continuiamo a mangiare prodotti tipici dal 1996, ossia da quando queste navi hanno cominciato a scaricare milioni di tonnellate di Ogm destinati alla mangimistica?
DOMANDA N. 8 - Secondo Lei il derivato di un alimento (immaginiamo un prosciutto, del parmigiano, o della carne) ottenuto nutrendo gli animali con mangimi contenenti Ogm può essere considerato fra i prodotti tipici italiani? Se sì, perché non nutrirli allora con lo stesso mais Ogm, ma coltivato dalle nostre imprese agricole, qui in Italia? Se no, perché non si impedisce alle navi cariche di Ogm di arrivare in Italia? E se gli Ogm rovinano la tipicità italiana perché allora noi continuiamo a mangiare prodotti tipici dal 1996, ossia da quando queste navi hanno cominciato a scaricare milioni di tonnellate di Ogm destinati alla mangimistica?
RISPOSTA ALLA DOMANDA N. 8 di 16
Gent. Neuroscienziata
Elena Cattaneo, ancora una domanda
retorica, con una vena di polemica nei confronti dei nostri Prodotti Tipici, mi
creda da parte di un rappresentante del nostro Senato, non è bello. Non ho idea
di chi sia il suo suggeritore, forse ho capito chi è, ma non è questo il
problema. Purtroppo, Lei parte da un presupposto sbagliato. Ovvero, che sia necessario
utilizzare mangimi “non OGM” per ottenere Prodotti Tipici. Guardi che i maiali
mangiano delle “schifezze” che io mai mangerei, ma non per questo io non mangio
i prosciutti ottenuti dalle loro cosce. Pertanto, nel caso dei maiali nutriti
da secoli con queste “schifezze”, non ci sono preclusioni alla produzione di
derivati di qualità. Non è scritto, purtroppo, in nessuna Legge che per
ottenere prodotti tipici occorra utilizzare mangimi “non OGM”. La Tipicità, non
è sinonimo di mancata utilizzazione di OGM. E tutto questo determina grossi
svantaggi per i nostri allevatori che, a volte, vedono arrivare materie prime
dall’estero (cosce di suino, latte, ecc.), utilizzate per l’ottenimento di
“prodotti ritenuti tipici”, che vivono molto spesso della luce riflessa dei
veri “Prodotti Tipici” nazionali. Materie prime ottenute con regole produttive
diverse dalle nostre, molto meno restrittive e, pertanto, caratterizzate da
minori costi di produzione e da un prezzo di mercato più basso. Prezzo che
molto spesso deprime anche il nostro prezzo interno, determinando così l’uscita
di molti allevatori dal mercato.
La seconda parte
della Sua domanda, invece, è molto più interessante, soprattutto in una
situazione di mancata etichettatura dei derivati OGM (carne, latte, uova,
ecc.). Perché vietare la coltivazione di OGM in Italia e dall’altra consentirne
l’importazione? Questa è veramente una ipocrisia. Purtroppo, come Lei saprà
vietarne l’importazione è praticamente impossibile in relazione agli accordi
sottoscritti dal nostro Paese in sede WTO. Pena, ritorsioni commerciali da
parte di taluni Paesi esportatori, oppure la mancata esportazione dei nostri
prodotti industriali nei Paesi, che come “moneta di pagamento” offrono solo
soia OGM o altri prodotti agricoli. Pertanto:
-
i mangimi
del mercato globalizzato, che vengono ottenuti con regole produttive meno
restrittive delle nostre, hanno un prezzo di mercato inferiore al nostro prezzo
interno;
-
il nostro
Paese, sulla base delle regole del WTO, non può vietarne l’importazione;
-
l’importazione
di questi mangimi servono come contropartita per le nostre esportazioni di
prodotti industriali;
-
i
derivati da mangimi OGM (carne, latte, uova, ecc.) non devono essere
etichettati e, pertanto, i nostri allevatori possono utilizzare liberamente questi mangimi;
- non essendoci etichettatura, il derivato ottenuto con mangimi OGM si confonde con quello ottenuto da mangimi convenzionali ed è più competitivo sul mercato;
- non essendoci etichettatura, il derivato ottenuto con mangimi OGM si confonde con quello ottenuto da mangimi convenzionali ed è più competitivo sul mercato;
e si
meraviglia del fatto, cara neuroscienziata, che il nostro mercato sia invaso da
questi mangimi e che i nostri allevatori li utilizzino? Spesso sono costretti, dal mercato, ad utilizzarli.
Tra l’altro, in relazione alla mancata
etichettatura dei derivati, assistiamo alla contraddizione che il mais
nazionale, tutto isogenico, è destinato in parte alla produzione di
energia elettrica, mentre quello di importazione, in parte OGM, è destinato
alla filiera alimentare.
Alle navi non viene
impedito di portare nel nostro Paese mangimi OGM, in quanto verrebbero a cadere
gli accordi di libero scambio, alle regole dettate dagli U.S.A., del WTO. In
particolare, le regole che riguardano gli OGM e i prodotti agricoli in
generale, sono state ottenute attraverso una strategie da far rabbrividire
qualsiasi stratega:
- In un primo momento ai Paesi della UE è stata chiesta, ed ottenuta, l’eliminazione dei “sussidi alla produzione”. Nei Paesi della UE si è passati da un aiuto accoppiato alla produzione ad un aiuto disaccoppiato, che ha consentito di aiutare il reddito degli agricoltori, ma ha determinato una certa riduzione delle produzioni e, quindi, una diminuzione dell’offerta di alimenti sul mercato;
- In un primo momento ai Paesi della UE è stata chiesta, ed ottenuta, l’eliminazione dei “sussidi alla produzione”. Nei Paesi della UE si è passati da un aiuto accoppiato alla produzione ad un aiuto disaccoppiato, che ha consentito di aiutare il reddito degli agricoltori, ma ha determinato una certa riduzione delle produzioni e, quindi, una diminuzione dell’offerta di alimenti sul mercato;
-
In un
secondo momento è stata chiesta, ed accettata, la “sostanziale equivalenza” tra
alimenti convenzionali e alimenti OGM. Cosa sia la sostanziale equivalenza
nessuno ancora lo sa con precisione (anch’io sono sostanzialmente equivalente a
George Clooney, però siamo due cose completamente diverse). In questo modo si
sono superate tutte le barriere proponibili per evitare l’importazione di OGM. Alimenti
convenzionale e alimenti OGM sono “sostanzialmente equivalenti”, per cui, se tu
non li vuoi importare mi devi dimostrare, fatto impossibile da dimostrare, che
fanno male alla salute e/o all’ambiente (sull’ambiente c’è qualche possibilità
di dimostrare che non fanno benissimo. Sulla salute è molto difficile, ci
vogliono studi epidemiologici difficili da fare e che durano anni);
-
Successivamente
è stato chiesta, ed accettata, la possibilità di brevettare il materiale
vivente, le sementi OGM, nella consapevolezza che chi controlla le sementi
potrà avere un certo controllo sul prodotto ottenuto da queste sementi, sui
produttori agricoli che utilizzano queste sementi, sui trasformatori del
prodotto agricolo, sui distributori al dettaglio dei trasformati e, in
definitiva, sugli utilizzatori finali del cibo.
Come vede gent. Sen. Cattaneo, occorre avere una visione
olistica del probelma, non si può focalizzare l’attenzione solo su ciò che fa
comodo alle proprie finalità.
Gent. neuroscienziata, colui che Le ha suggerito questa
domanda l’ha utilizzata per far credere alla gente comune che il nostro Paese
senza OGM non sarebbe in grado di ottenere Prodotti Tipici. Questo non è vero!
Ma è vero che pur di esportare prodotti industriali, il nostro Paese accetta
come pagamento anche mangimi OGM, che deprimono il prezzo interno dei mangimi e
determinano un abbassamento dei margini economici di tante aziende di
allevamento che gli OGM non li utilizzano.
Cara Neuroscienziata
Elena Cattaneo, ancora una volta, come vede non è tutto così semplice. E’
vero che per ottenere i nostri Prodotti Tipici utilizziamo mangimi OGM per
l’allevamento animale, ma è altrettanto vero che i nostri agricoltori
potrebbero produrli nel nostro Paese e, con ogni probabilità, potremmo fare a
meno delle importazioni di soia OGM, ma ci sono altre motivazioni che ci
impediscono di farlo.