Gent. Neuroscienziata Elena Cattaneo,
mi permetto ancora di dirle che in relazione al fatto che
molto probabilmente non ha mai visto un campo coltivato, o, quantomeno, non ne
conosce le problematiche, Le consiglierei di non farsi strumentalizzare su
problematiche di carattere agricolo e di continuare a fare il suo lavoro. Mi
creda, sarebbe un bene per tutti. Il campo coltivato, purtroppo, non è un
laboratorio di chimica, ma è qualcosa di molto più complesso, dove le
interazioni tra esseri viventi sono infinite. Occorre poi un approccio olistico
al problema, senza dimenticare le interconnessioni che possono esserci tra biodiversità,
tutela del territorio, economia, politica, etica, ecc.
DOMANDA N. 9 - È vero che la resa del mais per ettaro italiana del 2013 è stata di 78,1 quintali e quella spagnola (ossia da mais Ogm) di 110,1 quintali per ettaro, e che, conseguentemente, se avessimo la stessa resa degli spagnoli potremmo acquistare da agricoltori italiani tra i 700 milioni ed un miliardo di euro di nostro mais, invece di arricchire le filiere agricole straniere?
DOMANDA N. 9 - È vero che la resa del mais per ettaro italiana del 2013 è stata di 78,1 quintali e quella spagnola (ossia da mais Ogm) di 110,1 quintali per ettaro, e che, conseguentemente, se avessimo la stessa resa degli spagnoli potremmo acquistare da agricoltori italiani tra i 700 milioni ed un miliardo di euro di nostro mais, invece di arricchire le filiere agricole straniere?
RISPOSTA ALLA DOMANDA N. 9 di 16
Gent. Neuroscienziata
Elena Cattaneo, la domanda n. 9,
purtroppo, parte, ancora una volta, da presupposti sbagliati, poiché confronta
la produzione media per ettaro italiana di mais, che è fatta anche di cultivar
locali “non ibride F1”, con quella spagnola esclusivamente “OGM”, per
dimostrare che con gli OGM si produce di più, ma le due situazioni produttive non
sono confrontabili ............... è un confronto impossibile da accettare per chiunque conosca il settore agricolo. In particolare:
-
la
produzione italiana di mais è attuata su tutto il territorio nazionale (collina e aree costiere comprese), per cui la
scarsa produttività media per ettaro risente della bassa produttività delle aree di
collina, che scarseggiano in tema di fertilità dei terreni e di disponibilità
di acqua. Al contrario, la produzione spagnola è concentrata nelle Regioni di
Aragona e Catalogna, con particolare riferimento alle province di Huesca,
Zaragoza e Lerida (in queste 3 province
sono coltivati 90.000 ettari dei 130 mila totali in Spagna), dove sono presenti
terreni di buona fertilità e dove c’è una buona disponibilità di acqua. Sono due cose completamente diverse;
-
il
confronto poi non regge anche perché Lei confronta una coltivazione di mais
convenzionale “non OGM”, quella attuata in Italia, che non sempre è trattata con insetticidi (in molte
aree della nostra penisola si fanno le rotazioni, per cui non è economico fare
un trattamento contro la piralide…..si sopporta una piccola perdita di
produzione che, inevitabilmente va ad abbassare la produzione media per ettaro
nazionale), con una coltivazione OGM Bt, che è tollerante agli insetti (per farle un esempio, è come se avesse confrontato una coltivazione di mais irrigata con una coltivazione "non irrigata" .......... non ci voleva tanto a capire che quella irrigata produce di più). Per essere
corretti, ma non c’è bisogno di essere scienziati per capirlo, avrebbe dovuto
confrontare una coltivazione “OGM Bt”, con una coltivazione convenzionale
trattata con insetticidi. A questo punto il confronto della produttività media per ettaro, pur nella consapevolezza
che non era un confronto sperimentale fatto in un campo “completamente
randomizzato” o “randomizzato a blocchi”, poteva essere accettabile;
-
per la Spagna
ha preso esclusivamente i 130.000 ettari di mais Bt, contro 1.000.000 di ettari coltivati in
Italia con mais convenzionale, per cui il confronto non regge. E’ ovvio che più si aumenta la
quantità, più aumenta la probabilità che qualcosa non vada per il verso giusto
e, quindi, diminuiscano le produzioni medie per ettaro. Per fare un esempio, un
po’ esagerato, ma che rende l’idea, è come confrontare la produzione di
pomodoro per metro quadrato del mio orto, con la produzione media per ettaro di
pomodoro in Italia. Per fare un confronto maggiormente obiettivo avrebbe dovuto almeno prendere la media della produzione nazionale spagnola, attuata sui 450-500.000 ettari totali coltivati a mais;
-
la
produzione media italiana è poi relativamente bassa, in quanto in Italia sono
coltivate una miriade di produzioni tipiche (mais 8 file), caratterizzate da
una scarsa produzione quantitativa (4-5 T/ha, contro 10-11 T/ha del mais
ibrido), ma da una elevatissima produzione qualitativa, che, tra l’altro,
sarebbe messa in crisi dalla coesistenza con mais OGM …… se vuole può leggere
il lik seguente
-
poteva
prendere come produttività media quella delle aziende agricole americane, ma
non andava bene al suo scopo, poiché la produttività media nel 2013 è stata di
9,9 T/ha, abbastanza vicina a quella italiana;
- ultimo, non certo per importanza, Lei attribuisce l'eventuale incremento di produttività spagnola solo ed esclusivamente ad una "innovazione di prodotto", come può essere il mais Bt, trascurando, forse per dimenticanza, le "innovazioni di processo" (lavorazioni, concimazioni, irrigazioni, ecc.), che tanto hanno contribuito negli ultimi anni all'incremento delle produzioni medie per ettaro di tutte le coltivazioni.
- ultimo, non certo per importanza, Lei attribuisce l'eventuale incremento di produttività spagnola solo ed esclusivamente ad una "innovazione di prodotto", come può essere il mais Bt, trascurando, forse per dimenticanza, le "innovazioni di processo" (lavorazioni, concimazioni, irrigazioni, ecc.), che tanto hanno contribuito negli ultimi anni all'incremento delle produzioni medie per ettaro di tutte le coltivazioni.
Gent.
neuro scienziata Cattaneo, ci sono studi di Università americane che mettono in
dubbio la maggior produttività media per ettaro delle piante OGM
A
completamento delle informazioni precedenti Le vorrei far notare che “Fior
fiore di genetisti agrari italiani favorevoli agli OGM”, non certamente i suoi consulenti, hanno affermato in più pubblicazioni che non è vero che le piante OGM producano di
più delle piante isogeniche. A questo proposito Le riporto alcune loro affermazioni:
- “Le piante transgeniche attualmente
commercializzate non alzano il tetto di produzione potenziale. A questo scopo,
sarebbe necessario rimaneggiare la pianta ex novo, non limitandosi ad
introdurre singoli geni ma modificando processi fisiologici che rappresentano
il collo di bottiglia dell’aumento di produzione.” [prof. Gavazzi G.,
Università di Milano].
- “(omissis) ….. è ancora da dimostrare la
superiore potenzialità produttiva delle varietà GM rispetto alle varietà locali
adattate in sistemi agricoli sfavoriti da condizioni climatiche …… o edafiche
avverse. In questo caso il miglioramento genetico mediante la classica
ibridazione intra e interspecifica seguita da selezione, ha sempre offerto e
continuerà ad offrire risultati sorprendenti ed a costi relativamente
bassi.” [prof. Scarascia Mugnozza G.T., Università di Viterbo].
Gent. Sen. Cattaneo, colui che Le ha suggerito questa domanda
l’ha utilizzata per far credere alla gente comune che le piante OGM producono
di più delle piante non OGM, ma questo non è vero! Noi, con i nostri territori
di collina, non potremo mai avere una produzione media per ettaro di 110,1
quintali (tra l’altro i quintali non esistono più, sarebbe meglio parlare di
tonnellate o di chilogrammi)……..magari! Pertanto, l'incremento produttivo da lei auspicato, che si otterrebbe dall'utilizzazione di piante OGM Bt (tra 700 milioni e 1 miliardo di euro), è frutto di pura illusione. Anzi la completa liberalizzazione degli OGM nel nostro Paese determinerà una maggior dipendenza dalle importazioni, in quanto il nostro Paese con le sue regole produttive, non potrà mai competere sulla base dei bassi costi e dei bassi prezzi di vendita sul mercato globale.
Cara Neuroscienziata Elena
Cattaneo, ancora una volta, come vede, non è tutto così semplice. E’ vero
che importiamo una buona parte, non tutti, dei mangimi che utilizziamo e che i
nostri prodotti tipici sono ottenuti anche grazie a mangimi OGM, ma è anche
vero che saremmo in grado di produrli senza utilizzare OGM, ma ci sono altre
motivazioni che ci impediscono di farlo.