Gent. Neuroscienziata Elena Cattaneo,
ribadisco che in relazione al fatto che molto probabilmente
non ha mai visto un campo coltivato, o, quantomeno, non ne conosce le
problematiche, Le consiglierei di non farsi strumentalizzare su problematiche
di carattere agricolo e di continuare a fare il suo lavoro, mi creda, sarebbe
un bene per tutti. Il campo coltivato, purtroppo, non è un laboratorio di
chimica, ma è qualcosa di molto più complesso, dove le interazioni tra esseri
viventi sono infinite. Occorre poi un approccio olistico al problema, senza
dimenticare le interconnessioni che possono esserci tra biodiversità, tutela
del territorio, economia, politica, etica, ecc.
DOMANDA N. 5 - Fino a quando si continuerà a pensare di vendere i nostri prosciutti o formaggi sostenendo che sono stati prodotti in una nazione che non coltiva piante Gm, ma che alimenta il parco zootecnico con derivati da piante Gm (furbescamente evitando di indicarlo in etichetta)?
RISPOSTA ALLA DOMANDA N. 5 di 16
Gent. Neuroscienziata
Elena Cattaneo, sono d’accordo con Lei che i derivati da OGM, prosciutti e formaggi,
ma anche tutta la carne, il latte, le uova, ecc., prodotti nel nostro Paese non sono etichettati come "derivati da mangimi OGM", e, furbescamente, noi agricoltori
vendiamo questi prodotti non indicando in etichetta la verità, ovvero che
abbiamo utilizzato in parte anche mangimi OGM. Questo, però, cara senatrice, non è un illecito,
poiché la Legge, purtroppo, non prevede l’etichettatura dei derivati da OGM.
Tutto questo è un grande handicap per i nostri agricoltori/allevatori, poiché
in Italia ci sono ancora tanti allevatori che si autoproducono i mangimi “Non
OGM”, e che, quindi, non ricorrono ai mangimi di importazione, che per gran
parte, come da Lei più volte sottolineato, sono OGM (scusi, una domanda, ma Lei fa il tifo per il nostro Paese o per qualcun'altro?). Sul mercato, non essendoci etichettatura dei derivati, il
prodotto dei nostri allevatori, ottenuto con mangimi autoprodotti "non OGM", si
confondono con quelli degli allevatori che utilizzano mangimi OGM e spuntano, purtroppo, lo stesso prezzo. Questo è sicuramente ingiusto e, pertanto, per ristabilire una
situazione di concorrenza corretta, sarebbe necessario introdurre una norma che
preveda l’etichettatura dei derivati ottenuti da mangimi OGM. Lei pensi, senatrice, quale sarebbe il nostro grande vantaggio.......... l'80% delle persone non vuole gli OGM, noi, anche grazie all'azione del Governo Italiano del quale Lei fa parte, riusciamo ancora a produrre senza OGM e conseguentemente avremmo la possibilità di creare un segmento di mercato di sicuro successo. Tutto questo è ostacolato dal fatto che, in relazione agli accordi del WTO, noi non possiamo impedire l'importazione di questi mangimi e, secondariamente, non esistendo una norma sull'etichettatura dei derivati da OGM, il nostro prodotto zootecnico "OGM free" si confonde con quello di importazione e/o con quello ottenuto in Italia con mangimi di importazione OGM. Tutto questo è giusto? Non credo proprio.
Gent. neuroscienziata Cattaneo, invece di promuovere l'utilizzazione degli OGM in agricoltura, che fanno parte di una strategia sicuramente perdente per la nostra agricoltura, perché non fa una proposta di Legge in materia di etichettatura dei derivati (carne, latte, uova, ecc.) ottenuti dall'utilizzazione di mangimi OGM? Questa etichettatura aiuterebbe il consumatore ad attuare una scelta consapevole e a mio parere andrebbe a premiare il prodotto interno libero da OGM. Mi creda, questa Legge aiuterebbe molto di più i nostri agricoltori, rispetto alla possibilità di coltivare piante OGM. Volendo, se vuole, le darei anche una mano.
Gent. neuroscienziata Cattaneo, invece di promuovere l'utilizzazione degli OGM in agricoltura, che fanno parte di una strategia sicuramente perdente per la nostra agricoltura, perché non fa una proposta di Legge in materia di etichettatura dei derivati (carne, latte, uova, ecc.) ottenuti dall'utilizzazione di mangimi OGM? Questa etichettatura aiuterebbe il consumatore ad attuare una scelta consapevole e a mio parere andrebbe a premiare il prodotto interno libero da OGM. Mi creda, questa Legge aiuterebbe molto di più i nostri agricoltori, rispetto alla possibilità di coltivare piante OGM. Volendo, se vuole, le darei anche una mano.
Colui che Le ha suggerito questa domanda l’ha utilizzata per
far credere alla gente comune che c’è ipocrisia da parte di coloro che non
vogliono la coltivazione di OGM sul territorio nazionale, ben sapendo che stiamo utilizzando “OGM di
importazione”. Questo è sicuramente vero, però il problema è un altro, in
quanto non si vogliono le coltivazioni OGM di mais ben sapendo che esiste un
problema di coesistenza. Se non ci fosse questo problema, ognuno potrebbe
coltivare quello che vuole, etichettarlo (anche i derivati) e immetterlo sul
mercato. Sarà poi il consumatore a decidere liberamente se acquistarlo o meno.
Solo in questo modo saremo sicuri di avere introdotto una innovazione
tecnologica in grado di aumentare il benessere della Società.
Cara Neuroscienziata Elena Cattaneo,
come vede non è tutto così semplice. E’ vero che importiamo una buona parte,
non tutti, dei mangimi che utilizziamo, ma è anche vero che saremmo in grado di
produrceli, ma ci sono altre motivazioni che ci impediscono di farlo, come per esempio la mancata etichettatura dei derivati da mangimi OGM. A mio parere, se, invece di sponsorizzare gli OGM, si battesse per ottenere l'etichettatura dei derivati farebbe sicuramente un servizio migliore alla Società.