Gent. Neuroscienziata Elena Cattaneo,
ribadisco, che molto probabilmente Lei non ha mai visto un
campo coltivato, o, quantomeno, non ne conosce le problematiche, Le
consiglierei di non farsi strumentalizzare su problematiche di carattere
agricolo e di continuare a fare il suo lavoro, mi creda, sarebbe un bene per
tutti. Il campo coltivato, purtroppo, non è un laboratorio di chimica, ma è
qualcosa di molto più complesso, dove le interazioni tra esseri viventi sono
infinite. Nell'affrontare
la problematica relativa agli OGM in agricoltura, occorre poi un approccio
olistico, senza dimenticare le interconnessioni che possono esserci tra
biodiversità, tutela del territorio, economia, politica, etica, ecc.
DOMANDA N. 4 - Qual è il vero “delitto” che intendete introdurre col Dl 91/2014 dal momento che non ci sono prove di danni all'ambiente e che quello stesso mais è autorizzato anche per il consumo umano ed il decreto non vieta in alcun modo le importazioni di mais Ogm estero? E soprattutto è un “delitto” proporzionale ad altre infrazioni di lesa maestà?
DOMANDA N. 4 - Qual è il vero “delitto” che intendete introdurre col Dl 91/2014 dal momento che non ci sono prove di danni all'ambiente e che quello stesso mais è autorizzato anche per il consumo umano ed il decreto non vieta in alcun modo le importazioni di mais Ogm estero? E soprattutto è un “delitto” proporzionale ad altre infrazioni di lesa maestà?
RISPOSTA ALLA DOMANDA N. 4 di 16
Gent. Neuroscienziata
Elena Cattaneo, sinceramente non ho risposte alla sua domanda n. 4, mi trova impreparato.
Poi, quando ci sono di mezzo degli avvocati, mi tiro indietro, poiché non ci
prendo mai. Però Le posso dare alcune mie opinioni in merito al “delitto” che
sarebbe stato perpetrato. Un delitto contro le future generazioni, che ancora
non esistono, che non possono fare manifestazioni di piazza, ma che ci chiedono
un comportamento responsabile in merito alla tutela dell’ambiente e della
biodiversità. Se pensiamo alle future
generazioni, la domanda che ci possiamo porre è la seguente: è lecito introdurre
una innovazione tecnologica della quale la Società al momento attuale non ne
sente il bisogno (stiamo pagando gli agricoltori per non coltivare la terra,
abbiamo quote di produzione su gran parte delle produzioni agricole, a volte
distruggiamo o immagazziniamo le produzioni in eccesso per non far crollare il
prezzo di mercato, ecc.), senza aver compreso completamente le ripercussioni
che potrebbero esserci a livello ambientale? Le riporto a questo proposito le
affermazioni della Società Italiana di Ecologia in merito agli OGM:
Scienza e ambiente
2002 – Società Italiana di Ecologia
- Biotecnologie: secondo taluni non si dovrebbero porre
limitazioni alla ricerca biotecnologica che ha un ruolo fondamentale per
alleviare i problemi dell'umanità.
Sotto il termine
"biotecnologie" vengono in realtà indicati settori scientifici e
tecnologici diversi: dallo sviluppo di nuovi farmaci (a volte, ma non sempre,
basati sull'utilizzo dell'ingegneria genetica), alla clonazione di organi e
organismi, all'introduzione di organismi geneticamente modificati per scopo
agricolo o zootecnico. Ognuna di queste tecnologie pone problemi diversi dal
punto di vista scientifico, etico e sociale e non si può quindi parlarne in
maniera generica. Per quanto riguarda l'aspetto di maggiore impatto
sull'ambiente, ovvero l'introduzione di organismi geneticamente modificati
(OGM), vogliamo osservare che, se è vero che gli effetti sulla salute umana
dell'ingestione di cibo proveniente da OGM sono stati grandemente esagerati da
alcuni movimenti ambientalisti, è anche vero che alcuni scienziati hanno
grandemente esagerato i benefici che possono derivare dall'utilizzo degli OGM
per combattere la fame nel mondo e ne hanno minimizzato i pericoli per il
mantenimento dell'ambiente naturale di cui l'uomo è parte. Va infatti ricordato
che attualmente il 70% dell'area coltivata ad OGM è destinata a specie
modificate per resistere all'azione degli erbicidi. L'aumento di produzione
agricola dovuto a questi OGM è minimo, se non inesistente, l'unico cosiddetto
"vantaggio" essendo la possibilità di utilizzare indiscriminatamente
grandi quantità di erbicida senza danneggiare la specie coltivata. Ma gli OGM
possono anche costituire un pericolo per il funzionamento degli ecosistemi,
poichè la loro introduzione è del tutto analoga al rilascio di specie esotiche,
una pratica che ha portato nel recente e lontano passato a qualche beneficio,
ma anche a molti danni, di natura sia biologica che economica. L'introduzione
di OGM ha già contribuito in alcuni casi al declino di specie e razze naturali
e, se effettuata su larga scala, può contribuire a una drastica diminuzione
della biodiversità dei nostri ecosistemi. Vogliamo ricordare con forza che a
medio e lungo termine la salute dei nostri figli e dei nostri nipoti dipende
dal mantenimento del funzionamento degli attuali sistemi naturali che
forniscono gratuitamente non solo cibo, legname, fibre tessili, medicinali, ma
anche servizi fondamentali per la nostra sopravvivenza quali la purificazione
naturale di aria e acqua, il riciclo dei sali nutritivi, la stabilità dei
versanti montagnosi, la protezione delle coste dall'erosione.”
In particolare, in questa
affrettata avventura degli OGM, occorre evitare che essa sia spinta solo ed
esclusivamente da interessi privati, con il pericolo che, ancora una volta, si venga a determinare una situazione di privatizzazione dei
guadagni e di collettivizzazione dei costi.
Cara Neuroscienziata
Elena Cattaneo, come vede non è tutto così semplice. E’ vero che importiamo
una buona parte dei mangimi che utilizziamo, non tutti come Lei ha voluto far credere, ma è anche vero che
saremmo in grado di produrceli, ma ci sono altre motivazioni che ci impediscono
di farlo.