Gent. Neuroscienziata Elena Cattaneo,
ribadisco, che molto probabilmente Lei non ha mai visto un
campo coltivato, o, quantomeno, non ne conosce le problematiche, Le
consiglierei di non farsi strumentalizzare su problematiche di carattere
agricolo e di continuare a fare il suo lavoro, mi creda, sarebbe un bene per
tutti. Il campo coltivato, purtroppo, non è un laboratorio di chimica, ma è
qualcosa di molto più complesso, dove le interazioni tra esseri viventi sono
infinite. Occorre poi un approccio olistico al problema, senza dimenticare le
interconnessioni che possono esserci tra biodiversità, tutela del territorio, economia,
politica, etica, ecc.
DOMANDA N. 2 - È vero che ogni anno importiamo 8 milioni di tonnellate di soia e mais in buona parte Ogm per un costo di 2,2 miliardi di euro, per nutrire le nostre filiere?
DOMANDA N. 2 - È vero che ogni anno importiamo 8 milioni di tonnellate di soia e mais in buona parte Ogm per un costo di 2,2 miliardi di euro, per nutrire le nostre filiere?
RISPOSTA ALLA DOMANDA N. 2 di 16
Gent. Neuroscienziata
Elena Cattaneo, è vero che importiamo 8 milioni di tonnellate di soia e di
mais e che la soia importata è per la gran parte OGM………..e allora? Cosa vuol dire? Vuol forse dire che l’intera mangimistica italiana si basa
sull’uso di derivati OGM? Questo è un sillogismo che abbiamo già visto non
essere vero, poichè dipendiamo dall'estero solo per il 20% e poi l'unico mangime OGM che importiamo è costituito da soia! Abbiamo poi visto che probabilmente, molto probabilmente, siamo costretti ad importare soia perchè abbiamo
esportato macchinari e altri prodotti industriali e abbiamo ricevuto in cambio
8 milioni di tonnellate di prodotti agricoli …………. e queste importazioni, purtroppo, deprimono i nostri prezzi interni, i nostri agricoltori non
guadagnano, abbandonano le aziende agricole di collina e di montagna, con i
conseguenti problemi di dissesto idrogeologico, e stanno zitti!
Colui che Le ha suggerito questa seconda domanda
l’ha utilizzata per far credere alla gente comune che il nostro Paese potrebbe
risparmiare 2,2 miliardi di euro……….. ma anche questo non è vero o, quantomeno, è una "mezza verità"! Purtroppo,
ancora una volta, la verità è un’altra, poiché il nostro Paese, vuoi perché
utilizza questo mais e questa soia come forma di pagamento di altri beni
esportati, vuoi perché non ha le condizioni pedoclimatiche ottimali per la
coltivazione di soia, vuoi perché l’agricoltura dei territori marginali di collina e di
montagna non è più competitiva, per cui è stata abbandonata, ecc. non potrà mai
azzerare questa spesa……….. che non è una vera e propria spesa, ma costituisce un
unico mezzo di pagamento dei prodotti industriali esportati (“o mangiar questa
minestra o saltar dalla finestra”). Se non accettassimo come pagamento questi prodotti agricoli offerti dai Paesi importatori delle nostre esportazioni, con ogni probabilità non esporteremmo tanti altri prodotti industriali.
Gent. Neuroscienziata Cattaneo, ne vuole un esempio? Tanto
per rendercene conto, di seguito saranno riportati alcuni dati relativi ai
flussi di import-export da alcuni Paesi. Trattasi solo di esempi, e come tali
devono essere considerati, e vogliono esclusivamente evidenziare che a fronte
di una esportazione di prodotti meccanico/tecnologici/moda (prodotti industriali), il nostro Paese
accetta in pagamento prodotti agricolo/alimentari (i dati sono ufficiali e sono
del Ministero dello Sviluppo Economico e si riferiscono all'anno 2012).
Paese: Argentina
(anno 2012)
ESPORTAZIONI ITALIANE (1.019 milioni di euro), principali
prodotti esportati
- Macchine
per impiego speciale (90 milioni di euro)
- Macchine
per impiego generale (35 milioni di euro)
- Medicinali
(32 milioni di euro)
- Parti
di Autoveicoli, motori, ecc. (27 milioni di euro)
IMPORTAZIONI ITALIANE (1.025 milioni di euro), principali
prodotti importati
- Oli
e grassi vegetali e animali (84 milioni di euro)
- Prodotti
di colture agricole permanenti (35 milioni di euro)
- Carne
lavorata e conservata e prodotti a base di carne (22 milioni di euro)
- Prodotti
di colture agricole non permanenti (19 milioni di euro)
- Pesce,
crostacei e molluschi lavorati e conservati (18 milioni di euro)
Paese: Brasile
(anno 2012)
ESPORTAZIONI ITALIANE (4.994 milioni di euro), principali
prodotti esportati
- Parti
di Autoveicoli, motori, ecc. (408 milioni di euro)
- Macchine
per impiego generale (737 milioni di euro)
- Macchine
per impiego speciale (365 milioni di euro)
- Altre
macchine (203 milioni di euro)
IMPORTAZIONI ITALIANE (3.402 milioni di euro), principali
prodotti importati
- Prodotti
di colture agricole permanenti (268 milioni di euro)
- Pasta-carta,
carta e cartone (259 milioni di euro)
- Prodotti
di colture agricole non permanenti (155 milioni di euro)
- Carne
lavorata e conservata e prodotti a base di carne (127 milioni di euro)
Altri esempi:
Cara Neuroscienziata Cattaneo, Lei crede che con gli OGM
questa situazione potrebbe essere modificata in meglio? Personalmente credo,
invece, che la situazione potrebbe modificare in peggio, poiché fin tanto che i
consumatori richiederanno alimenti “Non OGM” noi agricoltori italiani saremo in
grado di produrli e di rifornirli. Quando, invece, alimenti “OGM” e alimenti “Non OGM”
saranno considerati la stessa cosa (ma non sono la stessa cosa!), per noi gli spazi di manovra saranno finiti
e compreremo ad un prezzo più basso tutto dall’estero. Devo dire che anche come consumatore non sarei molto contento.
Gent. Neuroscienziata Cattaneo, sacrificare l’agricoltura a favore dell’industria è un bene o un male? E’
una domanda importante, che richiede una risposta altrettanto importante,
poiché l’agricoltura nel nostro Paese svolge funzioni che vanno al di là della
semplice produzione di alimenti sani e di buona qualità. La nostra agricoltura
è importante per il paesaggio, per l’assetto idro-geologico del territorio, per
la tutela della flora e della fauna, per le attività indotte, ecc. Il nostro
Paese potrà rinunciare alle esternalità prodotte dall’agricoltura? Il nostro
Paese potrà rinunciare alle nostre produzioni alimentari di qualità? Il nostro
Paese potrà rinunciare all’agricoltura? Non credo proprio.
Cara Neuroscienziata
Elena Cattaneo, come vede non è tutto così semplice. E’ vero che importiamo una parte (20%), non tutti, dei mangimi che utilizziamo, ma è anche vero che
saremmo in grado di produrceli, ma ci sono altre motivazioni che ci impediscono
di farlo, non certo la mancata adozione degli OGM.