Di seguito la risposta ad una domanda formulata
da un gruppo di giornalisti, blogger,
ricercatori e cittadini: Quali
politiche intende adottare per la sperimentazione pubblica in pieno campo di OGM e per l’etichettatura
anche di latte, carni e formaggi derivati da animali nutriti con mangimi OGM?
“Due premesse di riferimento:
- il ruolo dell'agricoltura
italiana vedrà sempre più pronunciate le tendenze in atto verso prodotti di
qualità, di fascia alta che valorizzino specificità organolettiche e culturali;
questo segmento di mercato non costituisce occasione di elezione per l'utilizzo
nell'agroalimentare di OGM, in quanto l'Italia non è il paese di riferimento
per produzioni di massa di derrate "commodity"
- l'etichettatura che informa il consumatore è uno strumento di trasparenza che, insieme a campagne informative rivolte alla pubblica opinione, deve essere promosso sistematicamente e quindi anche in questo caso.
Alla comunità scientifica e agli Organismi di
tutela (per esempio l'Istituto Superiore di Sanità in collegamento con il CNR e
il CNRA) spetta la fissazione dei criteri che devono presidiare l'eventuale
sperimentazione anche in Italia di OGM in pieno campo allo scopo di evitare
effetti indesiderati di qualunque tipo. Anche in questo caso normative dovranno
essere dinamicamente assunte a livello UE, ma con un nostro apporto meditato e
qualificato, anche con il coinvolgimento dell'Autorità europea per la sicurezza
alimentare (EFSA) che ha sede a Parma.”
A mio parere risposta sostanzialmente corretta. Ma per favore Tabacci lasciamo stare l’EFSA.