A Vallarsa, piccolo comune trentino vicino a Rovereto, da marzo
scorso è stato approvato un regolamento comunale, che prevede che le aziende
agricole che non adottano metodi biologici, debbano dimostrare di non
utilizzare prodotti dannosi per l’ambiente. Una misura di portata storica, che
inverte l’onere della prova: secondo la normativa europea/nazionale, infatti,
le aziende biologiche, che attuano pratiche agricole più sostenibili, devono
certificarsi – con conseguenti costi aggiuntivi – mentre le fattorie
convenzionali possono usare qualunque tipo di prodotto inquinante, senza alcuna
richiesta di trasparenza nei confronti della collettività.
A Vallarsa il sindaco Geremia Gios, preside della Facoltà di
Economia dell’Università di Trento, ha invertito la rotta, con un regolamento
che detta regole precise per le attività agricole e zootecniche. L’agricoltore
convenzionale deve certificare le sostanze che utilizza, in quali quantità e
con quali modalità, garantendone l’assenza di diffusione al di fuori dei propri
terreni. Certificazione non significa, si badi bene, autocertificazione: come
si legge nel regolamento comunale, i prodotti chimici usati dovranno essere
certificati “da organismi scientifici e/o tecnici di livello nazionale o
internazionale”, oppure dovranno essere “conformi alle disposizioni e modalità
esecutive indicate da Enti pubblici sovracomunali e/o organismi tecnici di
comprovata esperienza sulla base di indicazioni di organismi scientifici di
adeguato livello”. In mancanza di una certificazione, l’agricoltore dovrà
sottoscrivere una fideiussione “a favore del Comune di Vallarsa, quale garante
di tutta la popolazione e delle generazioni future” o un’assicurazione per il
rischio di eventuali danni a terzi che potrebbero derivare dall’immissione
nell’ambiente di sostanze tossiche che lui stesso utilizza. In particolare,
quest’ultima dovrà essere una “polizza assicurativa per responsabilità civile
dell’assicurato per il risarcimento di spese e danni cagionati a terzi in
conseguenza dell’inquinamento causato dall’attività di coltivazione e/o
allevamento dichiarata e svolta nello stabilimento. La polizza assicurativa
deve coprire un periodo di almeno dieci anni a partire dall’anno in cui avviene
la coltivazione o l’allevamento per le coltivazioni standard e venti anni per
coltivazioni ed allevamenti con utilizzo di OGM”. Una commissione comunale
controlla quanto dichiarato dalle aziende e in caso di inadempienza scatta la
sanzione amministrativa di 152 euro al mese per ogni ettaro”.
http://www.greenews.info/rubriche/geremia-gios-e-linversione-dellonere-della-prova-dimostrami-che-non-inquini-20140730/