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mercoledì 20 febbraio 2013

Le sementi OGM non sono sterili, ma non si possono riseminare


In un precedente post abbiamo visto che non è vero che le sementi OGM sono sterili. In Argentina, per esempio, dove non è ammesso il brevetto sulle sementi, gli agricoltori conservano una parte della produzione di soia dell'annata, che sarà poi utilizzata per la semina nell’annata successiva. Pertanto, in Argentina la forte diffusione della soia OGM è dovuta anche al fatto che gli agricoltori non pagano alcun diritto brevettuale. 

Il fatto che i semi OGM possano germinare tranquillamente,  non significa, ovviamente, che non ci siano delle limitazioni alla propagazione delle sementi OGM, poiché attraverso il brevetto, laddove esso è riconosciuto, le multinazionali del seme impediscono di fatto l’utilizzazione della semente in una annata successiva. Pertanto, l’agricoltore U.S.A., pur essendo in possesso di una semente che germina normalmente, è costretto ad acquistare tutti gli anni la semente, pena contenziosi giudiziari in cui le ditte che posseggono il brevetto risultano quasi sempre vincitrici.

Negli USA, le ditte sementiere che vendono sementi OGM fanno causa anche a chi usa i semi di soia per la semina del secondo raccolto annuale, il cosiddetto replanting. In particolare, l'agricoltore che riesce ad ottenere un raccolto anticipato, potrebbe seminare per un secondo raccolto annuale gli stessi semi prodotti nel primo raccolto. Nella realtà è costretto a ricomprare il seme e a pagare i relativi diritti brevettuali.

Tutto questo non fa altro che diminuire la libertà dell’agricoltore, che diventa sempre più un “dipendente” della ditta sementiera che possiede il brevetto sulla semente. La ditta sementiera si limiterà a chiedere le royalty sulla semente o potrà fare qualcos’altro?