Ogni tanto si
legge o si sente dire che il nostro Paese dovrebbe adottare piante transgeniche
(OGM), in quanto queste piante produrrebbero di più. A parte il fatto che è
ancora da dimostrare la maggior produttività delle piante transgeniche rispetto
a quelle convenzionali, il vero problema è che nei Paesi dell’Unione Europea non
abbiamo bisogno di quantità, ma abbiamo bisogno di qualità. L’aumento
produttivo è ormai un vecchio obiettivo della Politica Agraria Comunitaria (PAC).
In particolare, è da anni che la PAC cerca di limitare la produzione di
eccedenze, con numerosi strumenti, tra i quali:
-
Quote di produzione;
-
Ritiro dei seminativi dalla produzione;
-
Distruzione delle eccedenze produttive.
Le Quote
di produzione costituiscono un meccanismo di controllo quantitativo della produzione
agricola, sottoposto ad un regime particolare di funzionamento:
l'Organizzazione comune di mercato (OCM), che disciplina, secondo regole
comuni, la produzione agricola e il suo commercio. Coesistono quattro tipologie
di quote:
- Le quote di produzione in senso stretto - riguardano il latte e lo zucchero,
sono stabilite a livello nazionale. Ripartite tra le aziende agricole le
imprese, esse prevedono sanzioni a carico dei produttori dei singoli Stati
membri in caso di superamento;
- Le quote di produzione garantita di
carattere nazionale - Tali quote (quantitativi massimi garantiti - QMG; superfici massime
garantite - SMG; premi per capo di bestiame) che riguardano un lungo elenco di
prodotti, sono equivalenti ad un diritto di aiuto diretto a favore dei
produttori, ridotto proporzionalmente in caso di superamento dei limiti
prefissati;
- Le quote di produzione garantita a
livello comunitario - Detta categoria di quote calcolate sulla
produzione EU-15, in via di sparizione, riguarda soltanto alcuni ortofrutticoli
trasformati, le leguminose e le banane;
- Le quote nazionali di eccedenze - Dette quote riguardano alcune
produzioni mediterranee (il vino, mediante volumi di distillazione approvati) e
alcuni ortofrutticoli freschi (tramite soglie di ritiro).
Il Ritiro
dei seminativi dalla produzione (di solito con durata ventennale), può
essere fatto attraverso diverse modalità. Una volta che i terreni sono stati
ritirati, non potranno essere coltivati a seminativo (frumento, mais, soia,
ecc.). Assumono una certa importanza:
1. Il “Ritiro dei seminativi dalla produzione
per scopi ambientali”;
2. Il “Ritiro
dei seminativi per la Gestione dei terreni per l’accesso del pubblico e per le
attività ricreative”.
A volte, soprattutto nel
caso di eccedenze produttive, viene attuata anche la distruzione della produzione, al fine di contenere l’offerta
e mantenere un certo prezzo di mercato. Ad esempio, nel caso della
vitivinicoltura sono previsti:
-
Misura
relativa alla vendemmia verde: per vendemmia verde si intende
la distruzione totale o l’eliminazione dei grappoli non ancora giunti a
maturazione, riducendo a zero la resa della relativa superficie vitata. Il
sostegno a favore della vendemmia verde può consistere nell’erogazione di una
compensazione sotto forma di pagamento forfettario per ettaro, il cui importo
deve essere stabilito dallo Stato membro.
-
Misura
di distillazione di crisi: sostegno concesso per la
distillazione volontaria o obbligatoria di eccedenze di vino decisa dagli Stati
membri in casi giustificati di crisi, al fine di ridurre o eliminare
l’eccedenza e nel contempo garantire la continuità di rifornimento da un
raccolto all’altro.
-
Misura
relativa alla distillazione dei sottoprodotti: sostegno concesso alla
distillazione, volontaria oppure obbligatoria, dei sottoprodotti della
vinificazione (vinacce e fecce di vino).
-
Misura
relativa alla distillazione di alcole per usi commestibili:
sostegno concesso ai produttori, sotto forma di aiuto per ettaro, per la distillazione del vino in alcole per
usi commestibili.