Gent. Neuroscienziata Elena Cattaneo,
non pensavo di farcela, ma siamo alla fine. Come al solito
mi dispiace del fatto che utilizzi toni da inquisitore, ma pazienza. Insisto
ancora nel dirle che, in relazione al fatto che molto probabilmente non ha mai
visto un campo coltivato, o, quantomeno, non ne conosce le problematiche, Le
consiglierei di non farsi strumentalizzare su problematiche di carattere
agricolo e di continuare a fare il suo lavoro. Mi creda, sarebbe un bene per
tutti. Il campo coltivato, purtroppo, non è un laboratorio di chimica, ma è
qualcosa di molto più complesso, dove le interazioni tra esseri viventi sono
infinite. Occorre poi un approccio olistico al problema, senza dimenticare le
interconnessioni che possono esserci tra biodiversità, tutela del territorio, economia,
politica, etica, ecc. Purtroppo questo approccio olistico i suoi suggeritori
non lo possiedono, per cui le fanno fare delle figure quantomeno discutibili.
DOMANDA N. 16 - Le propongo infine un'analogia, certo un po' forzata, ma per dare l'idea. Essendo ministro di un Governo di centro-sinistra, non ritiene inappropriato occuparsi solo di quel 2% della popolazione che può vestirsi in cashmere (e nutrirsi del costoso, non sostenibile e non salvifico “biologico”), disinteressandosi del fatto che il resto dei cittadini abbia almeno della lana a disposizione?
DOMANDA N. 16 - Le propongo infine un'analogia, certo un po' forzata, ma per dare l'idea. Essendo ministro di un Governo di centro-sinistra, non ritiene inappropriato occuparsi solo di quel 2% della popolazione che può vestirsi in cashmere (e nutrirsi del costoso, non sostenibile e non salvifico “biologico”), disinteressandosi del fatto che il resto dei cittadini abbia almeno della lana a disposizione?
RISPOSTA ALLA DOMANDA N. 16 di 16
Gent. Neuroscienziata
Elena Cattaneo, provi a “girare” la Sua
domanda in un altro modo, ovvero, “vuole con gli OGM creare una sorta di
proletariato alimentare, per cui i ricchi continueranno a mangiare un prodotto
sicuro da un punto di vista nutrizionale (alimento biologico), mentre i poveri,
pur in presenza di rischi alimentari/nutrizionali, saranno costretti a mangiare
OGM, solo perché gli alimenti OGM avranno un prezzo inferiore?” Del resto
questa è una strategia già applicata dai sostenitori del Capitalismo ……. In assenza
di un aumento dei salari, una diminuzione del prezzo degli alimenti (quali
alimenti? gli OGM?) può determinare un aumento del reddito reale dei lavoratori (se lo faccia spiegare dal Suo amico corbellini). Pertanto gli OGM potrebbero essere visti come uno strumento nelle mani dei capitalisti, per nutrire la forza lavoro senza aumentare i salari, mantenendo così inalterati i loro profitti e l'accumulazione di capitale. Come vede, gli OGM
non sono certo uno strumento idoneo a politiche di sinistra, come Lei vorrebbe far apparire ……. Anzi, fanno parte di quegli strumenti economici che
determinano un aumento del reddito da capitale a scapito del reddito da
manodopera ……….. una strategia da sempre applicata dai movimenti che
preferiscono il capitale alla manodopera.
Personalmente, sarei
per applicare il “Principio di precauzione” anche per le piante ottenute per
mutazione indotta, così come per gli OGM, poiché l’introduzione di nuovi geni
determina degli effetti metabolici nella pianta che vanno a modificare le
caratteristiche alimentari del cibo ottenuto. Purtroppo, questo elemento non è
mai apparso dalle Sue domande, poiché al contrario di quanto affermano taluni
sostenitori degli OGM, le caratteristiche nutrizionali delle piante OGM cambiano
rispetto a quelle convenzionali. Per esempio ci sono specifiche ricerche che ci
dicono che il “mais Bt” ha un maggior contenuto di lignina, mentre altre
ricerche ci dicono che il “pomodoro arricchito di vitamina A”, ha un minor
contenuto di licopene. In particolare, specificamente per gli OGM, il prof. Dulbecco in una
intervista a “La Repubblica” ci fa
notare che:
“L’eliminazione di geni, uno per volta, è già stata ottenuta in
organismi unicellulari mostrando che un certo numero di geni può essere
eliminato anche dagli organismi più semplici, permettendone egualmente la
sopravvivenza. Alcuni dei risultati ottenuti in esperimenti di questo genere
hanno una particolare importanza per il nuovo progetto Venter-Smith. In un
esperimento, per esempio, si è aggiunto, anziché eliminarlo, un gene ad un’alga
unicellulare.
L’alga originaria era fotosintetica, cioè otteneva energia dalla luce
solare, e l’usava per produrre gli zuccheri che sono necessari per la sua
esistenza; dopo l’introduzione del nuovo gene, perse l’attività fotosintetica e
cominciò ad usare gli zuccheri presenti nell’ambiente, anziché fabbricarli
dentro di sé. Perciò il nuovo gene causò una profonda perturbazione
dell’operazione di altri geni. Questo effetto non è sorprendente. Ci sono molti
esempi che dimostrano una connessione tra le funzioni di geni apparentemente
indipendenti. Per esempio, coi metodi oggi a disposizione è possibile
determinare il grado di attività di tutti i geni in una cellula; ed è stato
dimostrato che introducendo un nuovo gene in una cellula, la funzione di un
gran numero di altri geni viene alterata. Eliminare un gene avrà,
presumibilmente, conseguenze simili. Ciò è molto importante per il nuovo
progetto: non è sufficiente introdurre un gene nell’organismo per determinarne
l’effetto, che invece dipende da quali altri geni sono già presenti. Perciò
bisognerà determinare l’effetto di un gene su organismi contenenti diversi
gruppi di geni, il che complicherà le cose.
È chiaro perciò che l’esperimento proposto, apparentemente abbastanza
semplice, incontra grandi difficoltà nell’applicazione a organismi viventi.
Bisogna pensare che gli organismi oggi esistenti sono il risultato di una
evoluzione che è durata milioni di anni, durante la quale tutti questi
problemi, ed altri ancora, sono stati incontrati e risolti con molti tentativi.
Oggi è possibile imitare l’evoluzione nel laboratorio, usando organismi molti
semplici, ma è sempre un problema serio.
Si parla molto dei possibili pericoli degli esperimenti. Certo, questa
è una grande incognita. Vengono prese alcune precauzioni, che sembrano molto
valide, ma che si basano sulle nostre attuali conoscenze; sarà così anche con
le novità che possono derivare dall’esperimento? Nessuno lo sa. Nel passato, ci
sono stati molti casi in cui i risultati sono andati oltre le aspettative.
L’importante sarà essere molto cauti durante lo svolgimento del lavoro,
considerare ogni risultato imprevisto come un pericolo, e valutarlo in modo
appropriato.”
Gent.
Sen. Cattaneo, colui che Le ha suggerito questa domanda l’ha utilizzata per far
credere alla gente comune che vietare gli OGM sia una politica di destra. Ma,
purtroppo, non è né di destra, né di sinistra, ma è una scelta dettata dal buon
senso. Quello che non capisco è "perchè per sponsorizzare gli OGM bisogna sempre parlar male dell'Agricoltura Biologica?" Lasciamo poi stare il 2% (si riferisce al fatturato del biologico in Italia e non al numero degli acquirenti), che è un'aliquota sbagliata, in quanto i consumatori di alimenti biologici sono numericamente molti di più del 2%, poichè molto spesso solo una parte della loro alimentazione è biologica (io, per esempio acquisto solo latte, pasta, burro, uova e pomodoro biologici). Ma Lei ha mai visitato un’azienda agricola biologica? Ma si rende conto delle fatiche e dei rischi che deve affrontare un agricoltore biologico, che deve attuare una coltivazione in pieno campo senza utilizzare fitofarmaci di sintesi per non inquinare l'ambiente? Senza utilizzare fitofarmaci sistemici? Senza utilizzare concimi chimici? Un agricoltore che attraverso siepi a piante arboree cerca di mantenere una certa biodiversità. Un agricoltore che sperimenta sulla sua pelle tecniche produttive a basso impatto ambientale, che, se funzionano, vengono adottate anche dall’agricoltura convenzionale (trappole sessuali, confusione sessuale, Bacillus thuringiensis, ecc.)? Personalmente ritengo che la nostra Società dovrebbe dare a questi agricoltori un premio!
Cara Neuroscienziata Elena
Cattaneo, ancora una volta, come vede, non è tutto così semplice. Occorre
avere una visione olistica del problema e non soffermarsi, anche
superficialmente, sugli effetti di breve periodo. Le consiglierei, se ritiene
opportuno intervenire ancora sull’argomento, di continuare a studiare la
problematica degli OGM in agricoltura, perché la materia non è così semplice
come molto spesso si pensa. Se lo ritiene opportuno, in futuro potrò rispondere
ad altre Sue gentili domande.