A margine dell’Assemblea Nazionale di Coldiretti, così si è
espresso il Ministro De Girolamo: “Considero quanto detto oggi un vero e
proprio contratto con tutti gli agricoltori italiani e per questo ho messo per
iscritto il mio impegno per dire no agli OGM in Italia, abolire l’IMU agricola,
semplificare la burocrazia del comparto, premiare gli agricoltori attivi e
promuovere l’internazionalizzazione dell’agricoltura italiana. L’agricoltura
italiana non ha bisogno di OGM. Questo è il mio impegno senza se e senza ma.
Non si tratta di pregiudizio ideologico, ma piuttosto di stare ai fatti: il
nostro patrimonio agroalimentare è amato in tutto il mondo per la sua tipicità
e scegliere la strada degli organismi geneticamente modificati è fallimentare.
Non mi farò condizionare da polemiche strumentali e voglio chiedere ai miei
colleghi di governo, il Ministro Lorenzin e il Ministro Orlando, di sostenere
questa lotta che è per tutti gli agricoltori, per la biodiversità e per il
Paese intero dal momento che il Made in Italy è il vero potere dell’Italia.
Dobbiamo firmare – ha affermato De Girolamo - il Decreto anti OGM per risolvere
il nodo della coltivazione sul territorio nazionale”.
Siamo soddisfatti di questa presa di posizione del Ministro De Girolamo. Speriamo che alle parole seguano i fatti, poichè finora nulla di concreto si è visto, anzi il temporeggiamento non ha fatto altro che rendere la vita più facile a coloro che a tutti i costi vogliono seminare OGM in Italia. Per quanto ci riguarda è da tanto che facciamo rilevare che:
1 – questi OGM non sono adatti all’agricoltura
italiana. L’Italia, anche con gli OGM, con le sue piccole aziende
agricole, non potrà mai competere sul mercato mondiale sulla base dei bassi
costi e dei bassi prezzi, ma potrà competere solo sulla base della qualità;
2 – con gli OGM l’agricoltore non guadagnerà di più,
perché se è vero che calano i costi di produzione è altrettanto vero che nel
lungo periodo calano anche i prezzi di mercato, in quanto il prezzo non viene
fissato dall’agricoltore (in agricoltura, nel lungo periodo, costo unitario
medio, costo marginale e prezzo di mercato tendono a coincidere). Anche
l’esplosione delle superfici coltivate a livello mondiale in certi Paesi non è
sinonimo di maggior reddito per il coltivatore, ma è dovuta alla mancata
etichettatura degli alimenti OGM in questi stessi Paesi;
3 – gli OGM favoriscono la delocalizzazione
produttiva. Quando avremo piante che “resistono” ad ogni avversità e
ad ogni condizione pedoclimatica, è molto probabile che la loro coltivazione si
sposterà in Paesi che hanno situazioni di costo di produzione più favorevoli
delle nostre;
4 – il brevetto sugli OGM rende dipendente il
coltivatore dalle multinazionali del seme, che potrebbero avviare
coltivazioni con contratti di soccida per le piante, sulla falsa riga di quello
che già avviene nell’allevamento animale;
5 - non è vero che con gli OGM la produzione
per ettaro è superiore a quella delle sementi convenzionali;
6 – gli OGM sono contro la biodiversità, poiché
il patrimonio genetico delle piante OGM coltivate deriva da un ristretto numero
di cellule trasformate;
7 – gli attuali OGM hanno il transgene inserito nel
nucleo e determinano “inquinamento genetico” e, pertanto non rendono possibile
la coesistenza con altre forme di agricoltura, sia essa convenzionale o
biologica. Da rilevare che, oggigiorno, le moderne tecniche di ingegneria
genetica consentirebbero di introdurre il transgene nei cloroplasti, evitando
così l’inquinamento genetico;
8 – gli OGM favoriscono le strategie di
appropriazionismo e di sostituzionismo del settore industriale nei confronti
del settore agricolo. Con gli OGM il reddito dell’agricoltore nel
lungo periodo è destinato a diminuire;
9 – gli OGM possono determinare la scomparsa
dell’industria sementiera nazionale, determinando così grande
preoccupazione per la sicurezza alimentare, sia da un punto di vista
quantitativo, sia da un punto di vista qualitativo.
10 – gli OGM da soli non risolvono il problema delle
micotossine;
11 – le piante OGM resistenti ai diserbanti non
risolvono il problema delle erbe infestanti, in quanto:
- le erbe infestanti dopo pochi anni maturano una resistenza genetica al
diserbante;
- le erbe infestanti parentali acquisiscono il transgene dalle piante OGM
coltivate e diventano esse stesse resistenti al diserbante;
- le piante transgeniche coltivate (per esempio colza OGM) in annate successive
diventano esse stesse infestanti di altre coltivazioni;
12 – non risolvono il problema degli insetti nocivi (anche
utilizzando il mais BT, la piralide dopo pochi anni diventa resistente alla
tossina BT);
Da rilevare che il “No agli Ogm” è stata una tesi sostenuta
da tutti e tre i ministri interessati alla firma della clausola di salvaguardia,
ovvero Lorenzin per la Salute e Orlando per l’Ambiente, che ha affermato “noi
non vogliamo gli OGM perché non vogliamo che il nostro paese diventi troppo
simile o uguale ad altri paesi”.