Di seguito la risposta ad una domanda formulata
da un gruppo di giornalisti, blogger,
ricercatori e cittadini: Quali
politiche intende adottare per la sperimentazione pubblica in pieno campo di OGM e per l’etichettatura
anche di latte, carni e formaggi derivati da animali nutriti con mangimi OGM?
“L'Italia
è e deve restare "OGM free". Oggi come oggi la scienza non è in grado
di affermare con ragionevole certezza né la pericolosità né la sicurezza degli
alimenti prodotti utilizzando OGM, sia che si tratti di alimentazione umana sia
che siano introdotti nella catena alimentare attraverso l'alimentazione
animale. Ecco perché preferisco attenermi a un saggio principio di precauzione
in materia, peraltro suffragato da più di un intervento delle autorità
internazionali a tutela della salute.
Quanto
alla sperimentazione in pieno campo, pubblica o privata che sia, ritengo che
presenti numerosi profili problematici. A differenza di altri paesi l'Italia ha
proprietà agricole estremamente frammentate e spesso di piccole dimensioni, che
rendono difficile garantire i proprietari limitrofi dal rischio di
contaminazione, anche applicando le più attente misure di garanzia. Ma
soprattutto la mia contrarietà agli OGM nasce da un'analisi scevra di
pregiudizi del mercato e del ruolo che l'Italia può giocare nel contesto internazionale.
Siamo il primo paese al mondo per numero di prodotti di qualità e vantiamo un
patrimonio enogastronomico che, se fosse adeguatamente protetto dalla
concorrenza sleale che subiamo, basterebbe da solo a garantirci la creazione di
migliaia di nuovi posti di lavoro. Non vedo perché l'Italia debba inseguire
altri paesi, ben più ampi e più vocati alle coltivazioni intensive, sulla
strada della quantità. Il nostro impegno deve invece essere quello di tutelare
le produzioni di qualità, investire sull'agricoltura biologica, valorizzare le risorse agro-ambientali come
straordinario motore di sviluppo. Gli OGM, da questo punto di vista, non ci
possono aiutare in alcun modo.
Quanto all'etichettatura, credo che il principio da tutelare in maniera sempre più chiara sia quello della corretta informazione del consumatore. Ciascuno sarà poi libero di scegliere se acquistare prodotti OGM o no, basta che sia in grado di farlo con diciture esplicite sulle materie prime utilizzate, la loro provenienza, i processi subiti. Non possiamo pretendere che al supermercato le persone abbiano il tempo e la competenza necessarie a districarsi tra codici e richiami alla normativa vigente, magari scritti in caratteri minuscoli. Le etichette devono "parlare", e farlo in maniera chiara.”
Quanto all'etichettatura, credo che il principio da tutelare in maniera sempre più chiara sia quello della corretta informazione del consumatore. Ciascuno sarà poi libero di scegliere se acquistare prodotti OGM o no, basta che sia in grado di farlo con diciture esplicite sulle materie prime utilizzate, la loro provenienza, i processi subiti. Non possiamo pretendere che al supermercato le persone abbiano il tempo e la competenza necessarie a districarsi tra codici e richiami alla normativa vigente, magari scritti in caratteri minuscoli. Le etichette devono "parlare", e farlo in maniera chiara.”
A mio
parere risposta estremamente corretta, in quanto mette in risalto le difficoltà
che l’agricoltura del nostro Paese potrebbe avere nel caso in cui si decidesse
di competere con gli stessi prodotti (gli OGM) la globalizzazione dei mercati. Per
un approfondimento consiglierei di leggere:
La
Puppato non ha risposto alla domanda sull’etichettatura dei derivati da OGM
(latte, uova, carne, ecc.). Ha parlato in termini generali di etichettatura
degli OGM, già ora prevista dalla legislazione europea. Per un approfondimento consiglierei di leggere:
http://ogmbastabugie.blogspot.it/2012/11/anche-i-derivati-da-ogm-carne-latte.html