E’ una domanda molto importante, alla
quale occorre dare una risposta il più possibile obiettiva, senza soffermarsi erroneamente sul solo dato statistico.
E’ vero! Nel corso degli ultimi anni le superfici agricole coltivate ad OGM, in alcuni specifici Paesi, sono aumentate enormemente.
I sostenitori degli OGM spesso utilizzano questo dato per indicare alla gente comune che queste piante hanno caratteristiche di pregio e che sono decisamente apprezzate dagli agricoltori, con particolare riferimento alle caratteristiche di redditività. In particolare, essi affermano: “Se a livello mondiale gli agricoltori preferiscono le piante OGM a quelle convenzionali, significa che esse fanno guadagnare di più!”
E’ vero! Nel corso degli ultimi anni le superfici agricole coltivate ad OGM, in alcuni specifici Paesi, sono aumentate enormemente.
I sostenitori degli OGM spesso utilizzano questo dato per indicare alla gente comune che queste piante hanno caratteristiche di pregio e che sono decisamente apprezzate dagli agricoltori, con particolare riferimento alle caratteristiche di redditività. In particolare, essi affermano: “Se a livello mondiale gli agricoltori preferiscono le piante OGM a quelle convenzionali, significa che esse fanno guadagnare di più!”
Purtroppo, però, se si va alla base
delle motivazioni che hanno portato a questa situazione, si scopre che "non
è vero gradimento", ma obbligo di mercato, in relazione al fatto che
in questi Paesi non c’è separazione di filiera e, quindi, non c’è etichettatura
di mercato, che possa determinare una scelta consapevole, sia per il produttore, sia per il consumatore! A differenza di quello che accade nei Paesi dell’UE, in questi
Paesi il mais è mais, che sia OGM o meno e, pertanto esiste un unico prezzo del mais, che sia OGM o "non OGM"!
Se non c’è etichettatura ed esiste
un unico prezzo di mercato del mais sia esso convenzionale o OGM, e visto
che il mais OGM ha un costo di produzione leggermente inferiore, è logico che
gli agricoltori di questi Paesi preferiscano coltivare quello OGM! Che essi producano mais OGM o "non OGM", il prezzo di vendita della produzione ottenuta è sempre lo
stesso.
Ecco allora spiegata l’esplosione delle superfici: “Rispetto al mais "non OGM", quello OGM ha un minor costo di produzione e spunta lo stesso prezzo di mercato ed è ovvio che sia preferito, e massicciamente utilizzato, dagli agricoltori dei Paesi dove non c'è etichettatura di filiera. Se non lo facessero sarebbero degli sprovveduti e dopo pochi anni i loro utili diminuirebbero, in relazione al fatto che la presenza di mais OGM determina un abbassamento dei prezzi e una diminuzione dei profitti per coloro che coltivano mais "non OGM"!
Ecco allora spiegata l’esplosione delle superfici: “Rispetto al mais "non OGM", quello OGM ha un minor costo di produzione e spunta lo stesso prezzo di mercato ed è ovvio che sia preferito, e massicciamente utilizzato, dagli agricoltori dei Paesi dove non c'è etichettatura di filiera. Se non lo facessero sarebbero degli sprovveduti e dopo pochi anni i loro utili diminuirebbero, in relazione al fatto che la presenza di mais OGM determina un abbassamento dei prezzi e una diminuzione dei profitti per coloro che coltivano mais "non OGM"!
Diversa è la situazione nel nostro
Paese, dove, essendoci separazione di filiera, il prezzo di mercato del mais OGM e
della soia OGM (proveniente per la totalità dall’estero ed utilizzato per
l’alimentazione animale) è leggermente inferiore a quello del mais e della soia
di produzione nazionale.
A conferma di queste considerazioni è
possibile osservare il bollettino prezzi della Borsa Merci di Bologna.
Guardate il listino della “Farina di
Estrazione di soia”, dove i prezzi sono differenziati per prodotto “OGM” e
“non OGM”, vi accorgerete che gli operatori di mercato del nostro Paese apprezzano in modo
diverso prodotto “OGM” e prodotto “Non OGM” (20-25% in più per il prodotto "non OGM").
Tra le altre motivazioni che hanno determinato un forte incremento delle superfici coltivate a piante transgeniche nel mondo è anche quella relativa al mancato riconoscimento della tutela brevettuale in alcuni importanti Paesi produttori, come per esempio Argentina e Brasile. In questi Paesi il brevetto sulle piante coltivate non esiste e non è tutelato dalla Legge, per cui gli agricoltori utilizzano per la semina una parte della soia RR prodotta nell'annata precedente senza perdita di produttività, poichè la soia non è un ibrido e può essere riseminata tutti gli anni, e, soprattutto, senza pagare i diritti brevettuali. E' ovvio che in questa situazione gli agricoltori adottino massicciamente soia OGM, poiché in questi Paesi non c’è separazione di filiera e non hanno alcun costo aggiuntivo (royalty) rispetto alla soia convenzionale.
Ma secondo le ultime notizie la “pacchia” per gli agricoltori argentini durerà ancora poco:
Tra le altre motivazioni che hanno determinato un forte incremento delle superfici coltivate a piante transgeniche nel mondo è anche quella relativa al mancato riconoscimento della tutela brevettuale in alcuni importanti Paesi produttori, come per esempio Argentina e Brasile. In questi Paesi il brevetto sulle piante coltivate non esiste e non è tutelato dalla Legge, per cui gli agricoltori utilizzano per la semina una parte della soia RR prodotta nell'annata precedente senza perdita di produttività, poichè la soia non è un ibrido e può essere riseminata tutti gli anni, e, soprattutto, senza pagare i diritti brevettuali. E' ovvio che in questa situazione gli agricoltori adottino massicciamente soia OGM, poiché in questi Paesi non c’è separazione di filiera e non hanno alcun costo aggiuntivo (royalty) rispetto alla soia convenzionale.
Ma secondo le ultime notizie la “pacchia” per gli agricoltori argentini durerà ancora poco:
Senza separazione di filiera, ovvero nascondendo le reali caratteristiche del prodotto, è ovvio che il produttore agricolo preferisca le piante OGM a quelle "non OGM"..........hanno un costo di produzione leggermente inferiore e spuntano lo stesso prezzo di mercato.
Ben diversa sarebbe la situazione nel nostro Paese, anche nel caso in cui decidesse di coltivare OGM, poichè la presenza di etichettatura consentirebbe al consumatore di attuare una scelta consapevole. Visto che i 3/4 dei consumatori gli OGM non li vogliono, gli agricoltori, con ogni probabilità, adotterebbero solo in parte piante OGM.
Occorre, infine, rilevare che, purtroppo, anche nel nostro Paese la possibilità di scelta da parte del consumatore è "mascherata", non è completamente consapevole, poichè non è prevista l'etichettatura dei derivati da mangimi OGM (carne, latte, uova, ecc.).........cosa a mio parere gravissima. In questa situazione, siamo costretti a mangiarci OGM inconsapevolmente, poichè mangiamo OGM attraverso i prodotti da loro derivati (carne, latte, uova, ecc.) senza saperlo!