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martedì 7 gennaio 2014

NELLA BOZZA DI DOCUMENTO SULLA “COESISTENZA OGM” DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA” MANCANO LE “AREE RIFUGIO”

Premesso che la coesistenza tra coltivazioni OGM e coltivazioni “non OGM” è un “Cavallo di Troia” e prima o poi, in uno stesso mercato, le coltivazioni OGM soppianteranno le coltivazioni “non OGM” (la moneta cattiva scaccia la moneta buona), a mio parere ci sono alcune cose che non vanno nella “BOZZA DI DOCUMENTO SULLA “COESISTENZA OGM” DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA”.

In particolare, salta subito all’occhio che questa bozza non prevede la realizzazione delle “Aree rifugio per gli insetti”, così come stabilito dalla “Grover Guide per il Coltivatore” negli USA. Come è risaputo le “Aree Rifugio” sono rappresentate da aree coltivate a mais convenzionale (fino al 50% della superficie coltivata a mais Bt), allo scopo di evitare che soggetti di piralide resistenti alla proteina Bt localizzati nel campo di mais BT, vadano a fecondare altri soggetti resistenti, sempre localizzati nel campo di mais BT, dando così origine ad una progenie resistente. 

Il giochetto è presto spiegato: se noi accanto ad un campo di mais Bt mettiamo un campo di mais convenzionale, con ogni probabilità nel campo di mais Bt si selezioneranno insetti resistenti alla tossina Bt, mentre nel campo di mais convenzionale ci saranno soggetti non resistenti. L’esclusiva presenza di coltivazioni di mais Bt determinerebbe una forte presenza di soggetti resistenti (maschi e femmine), con creazione di progenie di insetti resistenti. Mettendo accanto al campo di mais Bt un campo di mais convenzionale, la formazione di progenie di piralide resistente alla tossina Bt è notevolmente rallentata, non evitata, in quanto soggetti resistenti provenienti dal campo di mais Bt possono fecondarsi con soggetti non resistenti provenienti dal campo di mais convenzionale.

Il fatto che si selezionino “ceppi di piralide” resistenti alla tossina Bt, rappresenterebbe un grande guaio per gli agricoltori biologici e per molti agricoltori convenzionali che, oggigiorno, anche al fine di rispettare talune esigenze della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), utilizzano il Bacillus thuringiensis per il contenimento degli attacchi di taluni insetti.


E’ questa una pratica colturale estremamente necessaria, obbligatoriamente adottata anche negli USA e che è sicuramente da introdurre nelle norme di coesistenza.