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martedì 25 febbraio 2014

Ministro Martina e OGM

"Sugli Ogm il solco è tracciato, c'è il Parlamento che si è pronunciato per il no, si parte da lì. L'Italia ha detto chiaro qual è la sua rotta e noi andiamo avanti". Queste le parole del neoministro delle politiche agricole, Maurizio Martina. "Anche sull'etichettatura - aggiunge Martina - andremo avanti sull'impegno impostato e che dobbiamo irrobustire. Tracciabilità e riconoscibilità della produzione italiana sono temi cruciali"

http://www.tgcom24.mediaset.it/green/2014/notizia/martina-da-italia-no-deciso-a-ogm_2028942.shtml


Martina ha le idee chiare, al di là del fatto che facciano bene o facciano male alla salute umana o all'ambiente, "gli OGM non servono all'economia dell'agricoltura italiana"

domenica 23 febbraio 2014

Qual'è la posizione del Partito Democratico nei confronti degli OGM? Seconda puntata

Nell’ottobre del 2012, stanco di sentire dichiarazioni a favore degli OGM da parte di esponenti del Partito Democratico, scrivevo un post dal titolo: Il Partito Democratico è favorevole o contrario all’utilizzazione degli OGM in agricoltura?

Nel post invitavo gli interessati a visionare il sito  “Italiani Europei” e a leggere il Blog di Anna Meldolesi e rendersi conto che le affermazioni nei riguardi degli OGM in agricoltura erano a senso unico….venivano espresse soltanto opinioni a favore degli OGM in agricoltura!

I LINK, PURTROPPO, MA FORSE NON PER CASO O PER MOTIVI TECNICI, NON FUNZIONANO PIU’, MA VI POSSO GARANTIRE CHE ERA TUTTO VERO. Pertanto, a meno che le cose nel tempo non cambino, i seguenti link non funzionano........non ho parole!


Rimane il fatto che nell’ambito del PD convivono opinioni contrastanti nei confronti di questa problematica. Relativamente a queste opinioni contrastanti, nel web si trova comunque qualcosa, come questo link in cui è riportato un intervento di Gianni Mattioli


Anche “LIBERTA' eguale” associazione di cultura politica nata nel 1999 per opera di riformisti provenienti dalle più diverse esperienze nell'ambito del centrosinistra italiano, esprime delle opinioni in merito agli OGM in agricoltura. In particolare, il 5 luglio 2007 si è svolto a Roma, presso la Fondazione Basso, un incontro dibattito organizzato dal Circolo di Roma dell’Associazione sul tema “La società della conoscenza e l’agricoltura del futuro. Idee per il Partito Democratico”. Ha aperto e coordinato il dibattito Alfonso Pascale, membro del comitato di presidenza di Libertà EGUALE di Roma. Tra le tante affermazioni di Alfonso Pascale c’è anche la seguente: “Fino allo sbarco sulla Luna la gente credeva agli scienziati sulla parola. Non è più così. Anche i medici, i fisici e i matematici devono rendere conto di quello che fanno. Bisogna raccontare la scienza e saperlo fare. Il consenso sociale non si può eludere, in nessuna parte del mondo. La modernizzazione ecologica è strettamente legata alle innovazioni che riguardano il cibo. La salubrità, la qualità legata all’origine, la varietà dei requisiti nutrizionali e salutistici e la rintracciabilità degli alimenti potranno essere garantite con la genetica e la genomica, le nanotecnologie e le tecnologie informatiche. E queste stesse innovazioni servono anche per dotare di un’organizzazione modulare i sistemi agroalimentari, in grado di rispondere ad una domanda di cibo “su misura” dell’atteggiamento e dell’attitudine del consumatore. E’ evidente che tutto questo non si può ottenere, come scrive Mario Campli, con le contrapposizioni pregiudiziali tra chi vuole imporre una strategia aggressiva di diffusione delle varietà transgeniche e chi non vuole nemmeno sentir parlare di OGM; tra chi guarda all’alimentazione solo dalla visuale dell’origine territoriale e chi è interessato solo agli aspetti sanitari del cibo. Ci vuole uno sforzo comune per ricondurre i diversi interessi, le diverse sensibilità a farsi carico di una gestione equilibrata del rischio, che però si può conseguire solo con la partecipazione democratica alle scelte, con un dibattito pubblico aperto senza incrinature ideologiche, con una visione globale dei problemi scevra da provincialismi. Bisogna praticare anche qui un ambientalismo del Sì. Non solo per la TAV e i termovalorizzatori, anche per gli Ogm occorre mettere bene in luce vantaggi e rischi e decidere una volta per tutte per il bene collettivo. Non possiamo, da una parte, continuare a consumare sbadatamente prodotti avvelenati, a rilasciare nel suolo una quantità sconsiderata di residui chimici e a non ridurre l’uso irriguo dell’acqua e, dall’altra, pretendere che le nuove tecnologie in grado di affrontare la tutela della salute e dell’ambiente siano a rischio zero.”
Del resto Alfonso Pascale non è certo uno che si risparmia in fatto di “sponsorizzazione” degli OGM in agricoltura!
http://www.partitodemocratico.it/doc/61152/gli-ogm-meglio-degli-insetticidi.htm

http://www.partitodemocratico.it/doc/232694/scusate-il-ritardo.htm

Anche il PD di Padova è sostanzialmente favorevole agli OGM. In una intervista, si legge:

In che modo la produzione agricola può guardare al progresso scientifico e alla ricerca, come nel caso delle biotecnologie e degli ogm, come a una risorsa? 

I nuovi bisogni alimentari e produttivi non possono prescindere dalla ricerca scientifica e dalla sua applicazione: se pensiamo al problema del surriscaldamento climatico, ecco che la scienza è chiamata a soluzioni che da un lato attenuino il fenomeno, dall'altro nell'immediato ne riducano l'impatto.

http://www.partitodemocraticopadova.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1721:bisogni-alimentari-e-ricerca&catid=187:agricoltura&Itemid=148

buona lettura…………..ricordiamocelo quando andremo a votare.

venerdì 21 febbraio 2014

Maurizio Martina è il nuovo Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali

Finalmente abbiamo un Ministro dell’Agricoltura serio, Maurizio Martina. Si spera che egli porterà avanti le nostre esigenze di agricoltori italiani, agricoltori che quotidianamente si devono misurare con le importazioni provenienti dall’estero a prezzi bassissimi. Perché i prezzi sul mercato mondiale sono bassissimi rispetto ai nostri? Perché arrivano da Paesi che non hanno le nostre regole sociali, da Paesi che non tutelano il lavoro minorile, da paesi che utilizzano mezzi produttivi (antiparassitari soprattutto) che da noi sono vietati, che utilizzano OGM, purtroppo non ancora sicuri al 100% per l’uomo e per l’ambiente.
Speriamo che il nostro Ministro sia contrario all’introduzione degli OGM nel nostro Paese e lo deve essere per numerosi motivi:

1 – questi OGM non sono adatti all’agricoltura italiana. L’Italia, anche con gli OGM,  con le sue piccole aziende agricole non potrà mai competere sul mercato mondiale sulla base dei bassi costi e dei bassi prezzi, ma potrà competere solo sulla base della qualità;



2 – con gli OGM l’agricoltore italiano non guadagnerà di più, perché se è vero che calano i costi di produzione agricoli è altrettanto vero che calano anche i prezzi di mercato, in quanto il prezzo non viene fissato dall’agricoltore (in agricoltura, nel lungo periodo, costo unitario medio, costo marginale e prezzo di mercato tendono a coincidere). Anche l’esplosione delle superfici coltivate a livello mondiale in certi Paesi non è sinonimo di maggior reddito per il coltivatore, ma è dovuta alla mancata etichettatura degli alimenti OGM in questi stessi Paesi;



3 – gli OGM favoriscono la delocalizzazione produttiva. Quando avremo piante che “resistono” ad ogni avversità e ad ogni condizione pedoclimatica, è molto probabile che la loro coltivazione si sposterà in Paesi che hanno situazioni di costo di produzione più favorevoli delle nostre;



4 – il brevetto sugli OGM rende dipendente il coltivatore dalle multinazionali del seme, che potrebbero avviare coltivazioni con contratti di soccida per le piante sulla falsa riga di quello che già avviene nell’allevamento animale;



5 -  non è vero che con gli OGM la produzione per ettaro è superiore a quella delle sementi convenzionali;



6 – gli OGM sono contro la biodiversità, poiché il patrimonio genetico delle piante OGM coltivate deriva da un ristretto numero di cellule trasformate;


7 – gli attuali OGM hanno il transgene inserito nel nucleo e determinano “inquinamento genetico” e, pertanto non rendono possibile la coesistenza con altre forme di agricoltura, sia essa convenzionale o biologica. Da rilevare che, oggigiorno, le moderne tecniche di ingegneria genetica consentirebbero di introdurre il transgene nei cloroplasti, evitando così l’inquinamento genetico;



8 – gli OGM favoriscono le strategie di appropriazionismo e di sostituzionismo del settore industriale nei confronti del settore agricolo. Con gli OGM il reddito dell’agricoltore nel lungo periodo è destinato a diminuire ed è destinato ad essere inglobato dall’industria, sempre più fornitrice di mezzi tecnici per l’agricoltura;



9 – gli OGM possono determinare la scomparsa dell’industria sementiera nazionale, determinando così grande preoccupazione per la sicurezza alimentare, sia da un punto di vista quantitativo, sia da un punto di vista qualitativo.



10 – gli OGM da soli non risolvono il problema delle micotossine;





11 – le piante OGM resistenti ai diserbanti non risolvono il problema delle erbe infestanti, in quanto:
                        - le erbe infestanti dopo pochi anni maturano una resistenza genetica al diserbante;
                        - le erbe infestanti parentali acquisiscono il transgene dalle piante OGM coltivate e diventano esse stesse resistenti al diserbante;
                        - le piante transgeniche coltivate (per esempio colza OGM) in annate successive diventano esse stesse infestanti di altre coltivazioni;



12 – non risolvono il problema degli insetti nocivi (anche utilizzando il mais BT, la piralide dopo pochi anni diventa resistente alla tossina BT);




13) gli attuali OGM non sono adatti all’agricoltura presente nel nostro Paese




14) gli attuali OGM favoriscono l’esodo rurale dalle aree marginali del nostro Paese, con tutte le problematiche di aggravamento dell’assetto territoriale del nostro Paese nelle aree di collina e di montagna.



lunedì 10 febbraio 2014

OGM/Convenzionale ........... Coesistenza impossibile, anche negli USA!

Certo che nel Mondo vive gente strana! Gli Americani e i Canadesi che da quasi vent’anni coltivano OGM, chiedono uno “STOP ai campi sperimentali di nuovi OGM” e chiedono di evitare la coesistenza tra varietà diverse di mais e soia OGM. Noi, Italia/UE, che fortunatamente abbiamo lasciato fuori dai nostri confini queste piante, chiediamo, invece, norme di coesistenza, ben sapendo che “coesistenza” significa apertura incondizionata alla coltivazione di OGM!

Cos’è accaduto? In Canada e negli Stati Uniti d’America numerose associazioni di produttori e di trasformatori di frumento hanno chiesto una moratoria alla sperimentazione in pieno campo ad alla successiva coltivazione di varietà di mais e di soia non approvate nei Paesi importatori. Perché questa cautela in Paesi che da anni coltivano “senza scrupolo” piante transgeniche di ogni tipo? La motivazione è da ricercare nel fatto che la coesistenza dei soli campi sperimentali con coltivazioni di piante convenzionali, ha determinato “inquinamento genetico incontrollato”, per cui anche nella granella ottenuta dalla produzione di piante convenzionali è stata verificata la presenza di “granella OGM”, spesso di varietà non ancora approvate per la coltivazione. Tale esigenza, ovvero quella di evitare la coesistenza, è giustificata dal fatto che, in un momento in cui la scienza è ancora divisa sulle conseguenze ambientali e salutistiche di questi nuovi organismi, i consumatori, soprattutto quelli europei, sono concordi nel ritenere gli alimenti transgenici di qualità inferiore rispetto a quelli convenzionali o biologici. Cosa comporta tutto ciò? Molto semplicemente, comporta il rischio di vedersi rifiutare il prodotto esportato in cui vi è la presenza di “granella OGM non ancora approvata” e, pertanto, comporta il rischio di ingenti perdite economiche! Cosa, del resto già accaduta per le esportazioni di mais in Cina. In particolare, la Cina ha rispedito al mittente le esportazioni di mais “inquinate” da mais non approvato dal Governo cinese. In relazione a questo fatto i produttori americani di mais hanno chiesto alle ditte sementiere di evitare di mettere in commercio, anche per le semine negli U.S.A. o in Canada, varietà di mais non approvate dai Paesi esportatori, poiché a causa dell’inquinamento genetico, partite di mais approvato dai Paesi importatori, potrebbe essere inquinato da “mais non approvato”.



Ecco allora che le motivazioni allo STOP alla sperimentazione ed alla coltivazione di piante transgeniche divengono di tipo economico, in quanto sostenere queste coltivazioni significa produrre un bene che il consumatore non vuole acquistare.
Questa presa di posizione delle associazioni dei produttori e dei trasformatori americani e canadesi è la chiara dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, che non possono coesistere in uno stesso territorio coltivazioni convenzionali con coltivazioni transgeniche. La motivazione è da ricercare nel fatto che queste piante hanno tutte transgeni costitutivi che si esprimono in ogni parte della pianta (nelle radici, nel fusto, nelle foglie, nel polline), con tutte le conseguenze del caso, in quanto il polline una volta diffuso nell’ambiente, può fecondare altre piante coltivate della stessa specie, oppure altre piante parentali selvatiche, originando così “inquinamento genetico diffuso e incontrollabile”.