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giovedì 7 agosto 2014

Testo completo dell'appello fatto da un gruppo di ricercatori a Papa Francesco sugli OGM

A sua Santità  Papa Francesco – Palazzo Apostolico – Città del Vaticano   
30 aprile 2014

Con grande considerazione e rispetto,
ci rivolgiamo a Sua Santità riguardo a un tema che suscita grande preoccupazione a livello globale: la coltivazione di transgenici e il suo impatto sulle popolazioni rurali e urbane, sulla sovranità alimentare dei popoli e sulla natura, la terra, l’acqua, i semi e le economie, soprattutto dei Paesi del Sud globale.

I firmatari di questa lettera sono scienziati ed esperti che hanno fatto ricerca sul tema per decenni, dedicando gran parte delle proprie vite professionali a questo compito: conosciamo quindi il tema in profondità nei suoi diversi aspetti, come biologi, agronomi, genetisti, fisici ed esperti di altre aree. Alcuni di noi sono tra coloro che hanno avviato, nel mondo, il dibattito pubblico su queste coltivazioni e sulle loro implicazioni. Cerchiamo inoltre di sostenere con le nostre conoscenze scientifiche diversi movimenti contadini, come la Via Campesina, nei nostri Paesi e nel mondo intero.

Il tema dei transgenici non suscita soltanto un dibattito scientifico e tecnico, ma ha anche molte ramificazioni economiche e politiche. Senza dubbio, molti scienziati che sostengono le coltivazioni transgeniche nascondono la maggior parte dei problemi e delle incertezze scientifiche, come per esempio il fatto che con i transgenici le grandi imprese dell’agribusiness avanzano verso il controllo assoluto del sistema agroalimentare.

Le statistiche ufficiali dei Paesi in cui è presente la maggior parte delle coltivazioni transgeniche mostrano che,  in media, i transgenici producono meno per ettaro, usano una quantità molto maggiore di veleni agricoli e hanno provocato un aumento significativo della disoccupazione e dello svuotamento dei campi.

Le coltivazioni transgeniche sono gli strumenti fondamentali che permettono alle grandi imprese transnazionali di assumere le decisioni sull’alimentazione dei vari Paesi. Il fine dichiarato delle imprese è il profitto, non l’interesse sociale. Questa situazione colpisce gravemente la sovranità alimentare e impedisce lo sviluppo di sistemi agricoli differenziati, che favoriscano la maggioranza dei popoli, soprattutto i più poveri, così come la salute pubblica e l’ambiente.

Particolarmente grave, per il suo carattere irreversibile e per la complessità del suo impatto, è la minaccia imminente della liberalizzazione commerciale dei transgenici nei luoghi di origine di alcuni prodotti, come il mais in America Centrale e il riso in Asia; così come la pressione per rompere, nei prossimi mesi, la moratoria in vigore presso le Nazioni Unite contro la tecnologia transgenica “Terminator”, finalizzata a rendere sterili i semi.

I modelli di agricoltura senza transgenici, basati sul lavoro di contadine, contadini e piccoli agricoltori, sulla diversificazione e su scienze che avvertono la responsabilità sociale e ambientale, sono essenziali per affrontare la fame e il cambiamento climatico, ma sono minacciati dalla contaminazione transgenica e dalla crescita dei monopoli delle imprese.

Per tutto questo, e con il massimo rispetto, crediamo che sarebbe di enorme importanza e di grande valore per tutti se Sua Santità si esprimesse criticamente sui transgenici e in appoggio all’agricoltura contadina: sarebbe un grande aiuto per salvare i popoli e il pianeta dalla minaccia costituita dal controllo sulla vita da parte di imprese che monopolizzano i semi, la chiave di tutta la rete alimentare.

Alleghiamo un documento che riassume alcuni dei punti principali che definiscono la realtà delle coltivazioni transgeniche. Esistono molti altri documenti e dimostrazioni scientifiche, così come molti altri ricercatori ed esperti che hanno fornito dati su questa stessa linea. Noi restiamo a sua disposizione per qualsiasi altra informazione lei possa richiedere.

Ringraziandola per la sua attenzione, la salutiamo con grande rispetto

Ana María Primavesi
Andrés E. Carrasco
Elena Álvarez-Buylla
Pat Mooney
Paulo Kageyama
Rubens Nodari
Vandana Shiva
Vanderley Pignati


Ana María Primavesi, austriaca, ingegnere agronomo dell’Università Rurale di Vienna, dottore in Nutrizione vegetale e animale e produttività del suolo. Autrice di 12 libri tecnici sui suoli, 94 lavori scientifici originali e centinaia di altri articoli, documenti, interventi a congressi. Ha collaborato con varie università di altri Paesi,  in particolare brasiliane. Tra i suoi testi,  si distingue “Gestione ecologica del suolo”. Tra i premi ricevuti l’ One World Award.

Andrés E. Carrasco, dottore in medicina all’Università di Buenos Aires (UBA). Direttore di ricerca del laboratorio di Embriologia Molecolare dell’Istituto di Biologia Cellulare e Neuroscienze (UBA). Esperto a livello mondiale per le sue ricerche e pubblicazioni sugli effetti del glisofato negli anfibi.  Ha collaborato con università di Svizzera, Germania e Stati Uniti. Ha avuto importanti incarichi in Argentina a livello scientifico e politico, tra i premi ricevuti la Beca Guggenheim nel 2005.

Elena Álvarez-Buylla Roces, biologa dell’Università Nazionale del Messico (UNAM). Dottore in genetica molecolare dell’università della California, coordinatrice del Laboratorio di Genetica Molecolare dello Sviluppo ed Evoluzione delle Piante dell’Istituto di Ecologia della UNAM, autrice di decine di pubblicazioni scientifiche; ha ricevuto molti riconoscimenti ed è un riferimento scientifico a livello mondiale sul tema degli effetti del mais transgenico in Messico.

Pat Mooney, ricercatore canadese, fondatore e direttore esecutivo del Gruppo ETC (Gruppo di Azione sull’Erosione, Tecnologia e Concentrazione), organizzazione internazionale della società civile con sedi in Canada, USA, Messico, Filippine e Nigeria. Autore e coautore di vari libri e pubblicazioni scientifiche, è stato più volte invitato a tenere relazioni all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. È considerato un’autorità sui temi della governance mondiale, della concentrazione delle imprese, della proprietà intellettuale e dell’impatto delle nuove tecnologie. Ha ricevuto molti premi tra cui il “Right Livelihood Award”, o Premio Nobel Alternativo.

Paulo Yoshio Kageyama, ingegnere agronomo, dottore in genetica e miglioramento delle piante, titolare della Scuola Superiore di Agricoltura dell’Università di São Paulo. Ricercatore in genetica e biodiversità di ecosistemi tropicali e applicazione dell’agro-biodiversità in insediamenti rurali della Riforma Agraria. Ex-direttore del Programma Nazionale di Biodiversità del Ministero dell’Ambiente ed ex-membro della Commissione di biosicurezza in Brasile  (CTNBio). È punto di riferimento internazionale sul tema della biodiversità forestale.

Rubens Onofre Nodari, ingegnere agronomo, professore all’Università Federale di Santa Catarina (UFSC)/Brasile, con ampia esperienza nell’area della genetica vegetale, si occupa in particolare dei temi della differenziazione e conservazione genetica, fitomiglioramento e biosicurezza degli OGM. È coordinatore del gruppo di ricerca su biosicurezza e biodiversità della sua Università. In collaborazione con il Centro di Biosicurezza di Genok in Norvegia, ha sviluppato e diretto ricerche sui rischi biologici diretti e indiretti derivanti dall’introduzione di organismi geneticamente modificati nell’ambiente, ex-membro della Commissione di biosicurezza in Brasile (CTNBio).

Vandana Shiva, indiana, scienziata, ricercatrice e attivista, laureata in fisica e filosofia della scienza in Canada. Fondatrice e coordinatrice della Fondazione per la Ricerca Scientifica, Tecnologica e Ecologica, con sede in India, dal 1982 ha realizzato una grande quantità di attività di informazione e divulgazione con contadine e contadini sulla biodiversità, i semi, l’agricoltura ecologica e gli organismi geneticamente modificati, tra cui il programma Navdanya, per la conservazione e il recupero della agrobiodiversità e dei semi contadini. È autrice di numerose pubblicazioni e libri conosciuti a livello mondiale. Ha ricevuto moltissimi premi, tra cui, nel 1993, il Nobel alternativo e il Premio Global 500 del programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente.

Wanderlei Pignati dottore in medicina, specialista in medicina del lavoro, salute pubblica e medicina ambientale, professore della Facoltà di Medicina dell’Università Federale del Mato Grosso/Brasile, professore del corso di specializzazione in Salute Pubblica dell’Istituto di Salute Pubblica del Mato Grosso e della Scuola Nazionale di Salute Pubblica  (FIOCRUZ/ ENSP). Conduce ricerche sull’impatto di agribusiness e veleni agricoli sulla salute e l’ambiente ed è membro di ABRASCO, Associazione Brasiliana di Salute Pubblica. I suoi lavori di ricerca sull’impatto dei veleni agricoli sugli esseri umani, sugli animali e sugli ecosistemi (in particolare in Mato Grosso, una delle maggiori aree di coltivazione industriale e di transgenici del Brasile) sono assai conosciuti.