A sua Santità Papa Francesco – Palazzo Apostolico – Città
del Vaticano
30 aprile 2014
Con grande considerazione e
rispetto,
ci rivolgiamo a Sua Santità riguardo
a un tema che suscita grande preoccupazione a livello globale: la coltivazione
di transgenici e il suo impatto sulle popolazioni rurali e urbane, sulla
sovranità alimentare dei popoli e sulla natura, la terra, l’acqua, i semi e le
economie, soprattutto dei Paesi del Sud globale.
I firmatari di questa lettera sono
scienziati ed esperti che hanno fatto ricerca sul tema per decenni, dedicando
gran parte delle proprie vite professionali a questo compito: conosciamo quindi
il tema in profondità nei suoi diversi aspetti, come biologi, agronomi,
genetisti, fisici ed esperti di altre aree. Alcuni di noi sono tra coloro che
hanno avviato, nel mondo, il dibattito pubblico su queste coltivazioni e sulle
loro implicazioni. Cerchiamo inoltre di sostenere con le nostre conoscenze
scientifiche diversi movimenti contadini, come la Via Campesina, nei nostri Paesi
e nel mondo intero.
Il tema dei transgenici non suscita
soltanto un dibattito scientifico e tecnico, ma ha anche molte ramificazioni
economiche e politiche. Senza dubbio, molti scienziati che sostengono le
coltivazioni transgeniche nascondono la maggior parte dei problemi e delle
incertezze scientifiche, come per esempio il fatto che con i transgenici le
grandi imprese dell’agribusiness avanzano verso il controllo assoluto del
sistema agroalimentare.
Le statistiche ufficiali dei Paesi
in cui è presente la maggior parte delle coltivazioni transgeniche mostrano
che, in media, i transgenici producono
meno per ettaro, usano una quantità molto maggiore di veleni agricoli e hanno
provocato un aumento significativo della disoccupazione e dello svuotamento dei
campi.
Le coltivazioni transgeniche sono
gli strumenti fondamentali che permettono alle grandi imprese transnazionali di
assumere le decisioni sull’alimentazione dei vari Paesi. Il fine dichiarato
delle imprese è il profitto, non l’interesse sociale. Questa situazione
colpisce gravemente la sovranità alimentare e impedisce lo sviluppo di sistemi
agricoli differenziati, che favoriscano la maggioranza dei popoli, soprattutto
i più poveri, così come la salute pubblica e l’ambiente.
Particolarmente grave, per il suo
carattere irreversibile e per la complessità del suo impatto, è la minaccia
imminente della liberalizzazione commerciale dei transgenici nei luoghi di
origine di alcuni prodotti, come il mais in America Centrale e il riso in Asia;
così come la pressione per rompere, nei prossimi mesi, la moratoria in vigore
presso le Nazioni Unite contro la tecnologia transgenica “Terminator”,
finalizzata a rendere sterili i semi.
I modelli di agricoltura senza
transgenici, basati sul lavoro di contadine, contadini e piccoli agricoltori,
sulla diversificazione e su scienze che avvertono la responsabilità sociale e
ambientale, sono essenziali per affrontare la fame e il cambiamento climatico,
ma sono minacciati dalla contaminazione transgenica e dalla crescita dei
monopoli delle imprese.
Per tutto questo, e con il massimo
rispetto, crediamo che sarebbe di enorme importanza e di grande valore per
tutti se Sua Santità si esprimesse criticamente sui transgenici e in appoggio
all’agricoltura contadina: sarebbe un grande aiuto per salvare i popoli e il
pianeta dalla minaccia costituita dal controllo sulla vita da parte di imprese
che monopolizzano i semi, la chiave di tutta la rete alimentare.
Alleghiamo un documento che riassume
alcuni dei punti principali che definiscono la realtà delle coltivazioni
transgeniche. Esistono molti altri documenti e dimostrazioni scientifiche, così
come molti altri ricercatori ed esperti che hanno fornito dati su questa stessa
linea. Noi restiamo a sua disposizione per qualsiasi altra informazione lei
possa richiedere.
Ringraziandola per la sua
attenzione, la salutiamo con grande rispetto
Ana María Primavesi
Andrés E. Carrasco
Elena Álvarez-Buylla
Pat Mooney
Paulo Kageyama
Rubens Nodari
Vandana Shiva
Vanderley Pignati
Ana María Primavesi, austriaca, ingegnere agronomo
dell’Università Rurale di Vienna, dottore in Nutrizione vegetale e animale e
produttività del suolo. Autrice di 12 libri tecnici sui suoli, 94 lavori
scientifici originali e centinaia di altri articoli, documenti, interventi a
congressi. Ha collaborato con varie università di altri Paesi, in particolare brasiliane. Tra i suoi
testi, si distingue “Gestione ecologica
del suolo”. Tra i premi ricevuti l’ One
World Award.
Andrés E. Carrasco, dottore in
medicina all’Università di Buenos Aires (UBA). Direttore di ricerca del
laboratorio di Embriologia Molecolare dell’Istituto di Biologia Cellulare e
Neuroscienze (UBA). Esperto a livello mondiale per le sue ricerche e
pubblicazioni sugli effetti del glisofato negli anfibi. Ha collaborato con università di Svizzera,
Germania e Stati Uniti. Ha avuto importanti incarichi in Argentina a livello
scientifico e politico, tra i premi ricevuti la Beca
Guggenheim nel 2005.
Elena Álvarez-Buylla Roces, biologa
dell’Università Nazionale del Messico (UNAM). Dottore in genetica molecolare
dell’università della California, coordinatrice del Laboratorio di Genetica
Molecolare dello Sviluppo ed Evoluzione delle Piante dell’Istituto di Ecologia
della UNAM, autrice di decine di pubblicazioni scientifiche; ha ricevuto molti
riconoscimenti ed è un riferimento scientifico a livello mondiale sul tema
degli effetti del mais transgenico in Messico.
Pat Mooney, ricercatore canadese, fondatore e
direttore esecutivo del Gruppo ETC (Gruppo di Azione sull’Erosione, Tecnologia
e Concentrazione), organizzazione internazionale della società civile con sedi
in Canada, USA, Messico, Filippine e Nigeria. Autore e coautore di vari libri e
pubblicazioni scientifiche, è stato più volte invitato a tenere relazioni all’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite. È considerato un’autorità sui temi della
governance mondiale, della concentrazione delle imprese, della proprietà
intellettuale e dell’impatto delle nuove tecnologie. Ha ricevuto molti premi
tra cui il “Right Livelihood
Award”, o Premio Nobel Alternativo.
Paulo Yoshio Kageyama, ingegnere
agronomo, dottore in genetica e miglioramento delle piante, titolare della
Scuola Superiore di Agricoltura dell’Università di São Paulo. Ricercatore in
genetica e biodiversità di ecosistemi tropicali e applicazione
dell’agro-biodiversità in insediamenti rurali della Riforma Agraria.
Ex-direttore del Programma Nazionale di Biodiversità del Ministero
dell’Ambiente ed ex-membro della Commissione di biosicurezza in Brasile (CTNBio). È punto di riferimento
internazionale sul tema della biodiversità forestale.
Rubens Onofre Nodari, ingegnere
agronomo, professore all’Università Federale di Santa Catarina (UFSC)/Brasile,
con ampia esperienza nell’area della genetica vegetale, si occupa in
particolare dei temi della differenziazione e conservazione genetica,
fitomiglioramento e biosicurezza degli OGM. È coordinatore del gruppo di
ricerca su biosicurezza e biodiversità della sua Università. In collaborazione
con il Centro di Biosicurezza di Genok in Norvegia, ha sviluppato e diretto
ricerche sui rischi biologici diretti e indiretti derivanti dall’introduzione
di organismi geneticamente modificati nell’ambiente, ex-membro della
Commissione di biosicurezza in Brasile (CTNBio).
Vandana Shiva, indiana, scienziata, ricercatrice e
attivista, laureata in fisica e filosofia della scienza in Canada. Fondatrice e
coordinatrice della Fondazione per la Ricerca Scientifica, Tecnologica e
Ecologica, con sede in India, dal 1982 ha realizzato una grande quantità di
attività di informazione e divulgazione con contadine e contadini sulla
biodiversità, i semi, l’agricoltura ecologica e gli organismi geneticamente
modificati, tra cui il programma Navdanya,
per la conservazione e il recupero della agrobiodiversità e dei semi contadini.
È autrice di numerose pubblicazioni e libri conosciuti a livello mondiale. Ha
ricevuto moltissimi premi, tra cui, nel 1993, il Nobel alternativo
e il Premio Global 500 del programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente.
Wanderlei Pignati dottore in medicina, specialista in medicina del lavoro, salute
pubblica e medicina ambientale, professore della Facoltà di Medicina
dell’Università Federale del Mato Grosso/Brasile, professore del corso di
specializzazione in Salute Pubblica dell’Istituto di Salute Pubblica del Mato
Grosso e della Scuola Nazionale di Salute Pubblica (FIOCRUZ/ ENSP). Conduce ricerche
sull’impatto di agribusiness e veleni agricoli sulla salute e l’ambiente ed è
membro di ABRASCO, Associazione Brasiliana di Salute Pubblica. I suoi lavori di
ricerca sull’impatto dei veleni agricoli sugli esseri umani, sugli animali e
sugli ecosistemi (in particolare in Mato Grosso, una delle maggiori aree di
coltivazione industriale e di transgenici del Brasile) sono assai conosciuti.