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mercoledì 13 agosto 2014

12 - Quando la neuroscienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo vuole parlare di OGM in agricoltura al Ministro Martina…….risposta n. 12 di 16

Gent. Neuroscienziata Elena Cattaneo,
lo so sono ripetitivo, ma insisto ancora nel dirle che, in relazione al fatto che molto probabilmente non ha mai visto un campo coltivato, o, quantomeno, non ne conosce le problematiche, Le consiglierei di non farsi strumentalizzare su problematiche di carattere agricolo e di continuare a fare il suo lavoro. Mi creda, sarebbe un bene per tutti. Il campo coltivato, purtroppo, non è un laboratorio di chimica, ma è qualcosa di molto più complesso, dove le interazioni tra esseri viventi sono infinite. Occorre poi un approccio olistico al problema, senza dimenticare le interconnessioni che possono esserci tra biodiversità, tutela del territorio, economia, politica, etica, ecc. Purtroppo questo approccio olistico i suoi suggeritori non lo possiedono, per cui le fanno fare delle figure quantomeno discutibili.

DOMANDA N. 12 - Risulta anche a Lei che il 62% del mais italiano raccolto nel 2013 non era commerciabile per uso umano a causa dell'inquinamento da fumonisine? Quando sarà finalmente garantito il rispetto del consumatore e sarà applicata su tutte le confezioni di polenta e di mais in generale il tenore di fumonisine di quel lotto, come prevede la normativa europea fin dal 2007? Non si dovrebbero accogliere gli auspici del Consiglio Superiore della Sanità che suggerisce dosaggi di fumonisine inferiori per i bambini?


RISPOSTA ALLA DOMANDA N. 12 di 16

Gent. neuroscienziata Elena Cattaneo,  i suoi dati sulla contaminazione del mais da fumonisine saranno anche veri, non li metto in discussione, tenga però presente che derivano da sperimentazioni che mettono a confronto il “mais Bt” con una coltivazione di “mais convenzionale non trattato con insetticidi contro la piralide”. Pertanto, non è un confronto che regge. Al limite la sperimentazione doveva riguardare un confronto tra “mais Bt” e “mais convenzionale trattato con insetticidi contro la piralide”.  A mio parere sarebbe stato importante metterlo in premessa, poichè si rischia di fare "allarmismo sociale". Ma fa niente …....… sono sempre quelle “mezze verità” di cui fa parte questo mondo, da una parte e dall’altra. Occorre anche essere consapevoli del fatto che il mais Bt, da solo, non costituisce un rimedio completo contro le micotossine. Negli USA, dove viene utilizzato massicciamente il mais Bt, ci sono grossi problemi di micotossine e in molti alimenti americani il contenuto ammesso di talune micotossine è 10 volte superiore a quello consentito in Italia. Come mai?

Gent. neuro scienziata, tra le “mezze verità” che vengono dette in giro in merito alle proprietà miracolose degli OGM, vi è anche quella relativa al fatto che gli OGM servirebbero per la risoluzione delle problematiche connesse alla proliferazione delle micotossine. Ovviamente, non si vuole sostenere che il mais Bt non serva a nulla, ma, purtroppo, il mais Bt, molto probabilmente, non rappresenta, da solo, il mezzo per la risoluzione del problema delle micotossine. In particolare, negli U.S.A., dove si fa largo uso di mais Bt, il contenuto ammesso di aflatossine negli alimenti è 10 volte quello consentito nei Paesi dell’UE (0,50 ppb negli USA, contro gli 0,05 ppb nei Paesi dell’UE), segno inequivocabile che il mais Bt, da solo, non rappresenta la soluzione al problema e che serve qualcos’altro.

Nell’Unione Europea i limiti massimi di aflatossine sono quelli stabiliti dal Reg. Ce 165/2010, che prevede per il mais valori differenti a seconda della destinazione della granella. In particolare, per l’alimentazione umana è consentita la presenza di 5 ppb - parti per miliardo - per l’aflatossina B1 e 10 ppb per le B1+B2+G1+G2. Per l’alimentazione animale è consentita la presenza di 20 ppb per la B1. Nel latte crudo, nel latte trattato termicamente e nel latte destinato alla fabbricazione di prodotti a base di latte, il tenore massimo è di 0,05 ppb di aflatossina M1.

Diversa è la legislazione americana, in particolare per le aflatossine nei prodotti destinati all’alimentazione animale. La normativa Usa, infatti, distingue i limiti massimi a seconda della specie e del periodo di vita dell’animale e varia notevolmente, passando dal valore minimo di 20 ppb nei prodotti a base di mais per mangimi destinati alle vacche da latte, fino ad un massimo di 300 ppb per quelli destinati ai bovini in finissaggio.

Pertanto, negli USA, pur avendo a disposizione l’arma del mais Bt, sono consapevoli che esso, da solo, non serve a risolvere il problema delle micotossine.

Negli U.S.A., pur potendo contare sulla possibilità di coltivare mais Bt, può accadere poi che in particolari annate i limiti possano anche essere ritoccati verso l'alto, in relazione al fatto che vengono superate le soglie ammesse:


Nella realtà esistono altre problematiche legate alla diffusione di micotossine nel mais. In particolare:

-        Occorre in primo luogo prestare attenzione alle rotazioni, al fine di limitare la diffusione della  piralide. A questo proposito, occorre rilevare che negli ultimi decenni le aziende agricole, anche al fine di contenere i costi di produzione, si sono fortemente specializzate, per cui privilegiano la monocoltura di mais, con tutti i risvolti negativi in merito alla diffusione di insetti e di piante infestanti;

-        Esiste poi il problema delle attuali varietà di mais che hanno le brattee che non coprono completamente la pannocchia, per cui si sviluppano attacchi fungini. L’umidità ristagna nelle parti apicali della pannocchia, per cui si ha proliferazione di agenti micotici;

-        Esiste poi il problema delle irrigazioni effettuate massicciamente allo scopo di ottenere una maggior produzione, ma che rappresentano un elemento importante per lo sviluppo di micotossine;

-        Negli USA esiste poi il problema della “aree rifugio”, che devono essere attuate insieme alla coltivazione del mais e che, se non trattate con insetticidi, origineranno un prodotto con ingenti attacchi di piralide e, conseguentemente, con un alto contenuto di micotossine. In merito agli effetti del mais Bt sul contenuto di micotossine, il problema è il seguente: consapevoli del fatto che le aree rifugio saranno oggetto di “grandi attenzioni” da parte della piralide, cosa ne sarà della granella prodotta in termini di micotossine se non si faranno trattamenti insetticidi specifici? La granella prodotta sarà buttata? Sarà destinata alla produzione di biocombustibili?

Gent. neuro scienziata Cattaneo, mi consenta un’ultima considerazione sui contenuti di sostanze dannose per l’alimentazione dei bambini. Sono completamente d’accordo con il Consiglio Superiore della Sanità e auspico che gli alimenti per bambini siano costituiti solo ed esclusivamente da alimenti biologici, ovviamente cercando di evitare quelli che provengono dalla Germania, come Lei correttamente ha fatto notare nella Sua dichiarazione di voto al Senato ……….Sue testuali parole “……….. l'agricoltura biologica è legittima, importante, andrebbe forse solo controllata di più perché non è certo esente da rischi. Possiamo parlare ad esempio dell'intossicazione di tre anni fa di centinaia di consumatori di germogli di soia in Germania, con alcuni decessi, descritti dalla stampa come derivati da coltivazioni biologiche.” Però, mi consenta, perchè tutte le volte che si vogliono "sponsorizzare" gli OGM è necessario parlar male dell'"Agricoltura Biologica"?Ma Lei ha mai visitato un’azienda agricola biologica? Ma si rende conto delle fatiche e dei rischi che deve affrontare un agricoltore biologico, che deve attuare una coltivazione in pieno campo senza utilizzare fitofarmaci di sintesi per non inquinare l'ambiente? Senza utilizzare fitofarmaci sistemici? Senza utilizzare concimi chimici? Un agricoltore che attraverso siepi a piante arboree cerca di mantenere una certa biodiversità. Un agricoltore che sperimenta sulla sua pelle tecniche produttive a basso impatto ambientale, che, se funzionano, vengono adottate anche dall’agricoltura convenzionale (trappole sessuali, confusione sessuale, Bacillus thuringiensis, ecc.)? Personalmente ritengo che la nostra Società dovrebbe dare a questi agricoltori un premio! 

Gent. Sen. Cattaneo, colui che Le ha suggerito questa domanda l’ha utilizzata per far credere alla gente comune che le piante OGM consentiranno di migliorare le qualità salutistiche del cibo, ma questo è vero solo in parte, poiché il problema delle micotossine, come abbiamo visto, permane anche con l'adozione di mais Bt!

 Cara Neuroscienziata Elena Cattaneo, ancora una volta, come vede, non è tutto così semplice. E’ vero che il mais Bt potrebbe contribuire a determinare una riduzione del contenuto di micotossine, ma è altrettanto vero che occorre mettere in pratica altre azioni di contenimento di queste sostanze dannose alla salute.