Gent. Neuroscienziata Elena Cattaneo,
lo so sono ripetitivo, ma insisto ancora nel dirle che, in
relazione al fatto che molto probabilmente non ha mai visto un campo coltivato,
o, quantomeno, non ne conosce le problematiche, Le consiglierei di non farsi
strumentalizzare su problematiche di carattere agricolo e di continuare a fare
il suo lavoro. Mi creda, sarebbe un bene per tutti. Il campo coltivato,
purtroppo, non è un laboratorio di chimica, ma è qualcosa di molto più
complesso, dove le interazioni tra esseri viventi sono infinite. Occorre poi un
approccio olistico al problema, senza dimenticare le interconnessioni che
possono esserci tra biodiversità, tutela del territorio, economia, politica,
etica, ecc. Purtroppo questo approccio olistico i suoi suggeritori non lo
possiedono, per cui le fanno fare delle figure quantomeno discutibili.
DOMANDA N. 12 - Risulta anche a Lei che il 62% del mais italiano raccolto nel 2013 non era commerciabile per uso umano a causa dell'inquinamento da fumonisine? Quando sarà finalmente garantito il rispetto del consumatore e sarà applicata su tutte le confezioni di polenta e di mais in generale il tenore di fumonisine di quel lotto, come prevede la normativa europea fin dal 2007? Non si dovrebbero accogliere gli auspici del Consiglio Superiore della Sanità che suggerisce dosaggi di fumonisine inferiori per i bambini?
DOMANDA N. 12 - Risulta anche a Lei che il 62% del mais italiano raccolto nel 2013 non era commerciabile per uso umano a causa dell'inquinamento da fumonisine? Quando sarà finalmente garantito il rispetto del consumatore e sarà applicata su tutte le confezioni di polenta e di mais in generale il tenore di fumonisine di quel lotto, come prevede la normativa europea fin dal 2007? Non si dovrebbero accogliere gli auspici del Consiglio Superiore della Sanità che suggerisce dosaggi di fumonisine inferiori per i bambini?
RISPOSTA ALLA DOMANDA N. 12 di 16
Gent. neuroscienziata Elena
Cattaneo, i suoi dati sulla contaminazione del mais da fumonisine saranno anche
veri, non li metto in discussione, tenga però presente che derivano da
sperimentazioni che mettono a confronto il “mais Bt” con una coltivazione di
“mais convenzionale non trattato con insetticidi contro la piralide”. Pertanto,
non è un confronto che regge. Al limite la sperimentazione doveva riguardare un
confronto tra “mais Bt” e “mais convenzionale trattato con insetticidi contro
la piralide”. A mio parere sarebbe stato importante metterlo in premessa, poichè si rischia di fare "allarmismo sociale". Ma fa niente …....… sono
sempre quelle “mezze verità” di cui fa parte questo mondo, da una parte e
dall’altra. Occorre anche essere
consapevoli del fatto che il mais Bt, da solo, non costituisce un rimedio completo
contro le micotossine. Negli USA, dove viene utilizzato massicciamente il mais
Bt, ci sono grossi problemi di micotossine e in molti alimenti americani il
contenuto ammesso di talune micotossine è 10 volte superiore a quello consentito in Italia. Come mai?
Gent. neuro scienziata, tra le “mezze verità”
che vengono dette in giro in merito alle proprietà miracolose degli OGM, vi è
anche quella relativa al fatto che gli OGM servirebbero per la risoluzione
delle problematiche connesse alla proliferazione delle micotossine. Ovviamente,
non si vuole sostenere che il mais Bt non serva a nulla, ma, purtroppo, il mais
Bt, molto probabilmente, non rappresenta, da solo, il mezzo per la risoluzione
del problema delle micotossine. In particolare, negli
U.S.A., dove si fa largo uso di mais Bt, il contenuto ammesso di aflatossine
negli alimenti è 10 volte quello consentito nei Paesi dell’UE (0,50 ppb negli
USA, contro gli 0,05 ppb nei Paesi dell’UE), segno inequivocabile che il mais
Bt, da solo, non rappresenta la soluzione al problema e che serve qualcos’altro.
Nell’Unione Europea i limiti massimi di
aflatossine sono quelli stabiliti dal Reg. Ce 165/2010, che prevede per il mais
valori differenti a seconda della destinazione della granella. In particolare,
per l’alimentazione umana è consentita la presenza di 5 ppb - parti per
miliardo - per l’aflatossina B1 e 10 ppb per le B1+B2+G1+G2. Per
l’alimentazione animale è consentita la presenza di 20 ppb per la B1. Nel latte
crudo, nel latte trattato termicamente e nel latte destinato alla fabbricazione
di prodotti a base di latte, il tenore massimo è di 0,05 ppb di aflatossina M1.
Diversa è la legislazione americana, in
particolare per le aflatossine nei prodotti destinati all’alimentazione
animale. La normativa Usa, infatti, distingue i limiti massimi a seconda della
specie e del periodo di vita dell’animale e varia notevolmente, passando dal
valore minimo di 20 ppb nei prodotti a base di mais per mangimi destinati alle
vacche da latte, fino ad un massimo di 300 ppb per quelli destinati ai bovini
in finissaggio.
Pertanto, negli USA, pur avendo a disposizione
l’arma del mais Bt, sono consapevoli che esso, da solo, non serve a risolvere
il problema delle micotossine.
Negli U.S.A., pur potendo contare sulla
possibilità di coltivare mais Bt, può accadere poi che in particolari annate i
limiti possano anche essere ritoccati verso l'alto, in relazione al fatto che vengono
superate le soglie ammesse:
Nella realtà esistono altre problematiche
legate alla diffusione di micotossine nel mais. In particolare:
- Occorre
in primo luogo prestare attenzione alle rotazioni, al fine di limitare la
diffusione della piralide. A questo proposito, occorre rilevare che negli
ultimi decenni le aziende agricole, anche al fine di contenere i costi di
produzione, si sono fortemente specializzate, per cui privilegiano la
monocoltura di mais, con tutti i risvolti negativi in merito alla diffusione di
insetti e di piante infestanti;
- Esiste
poi il problema delle attuali varietà di mais che hanno le brattee che
non coprono completamente la pannocchia, per cui si sviluppano attacchi fungini. L’umidità ristagna nelle parti
apicali della pannocchia, per cui si ha proliferazione di agenti micotici;
- Esiste
poi il problema delle irrigazioni effettuate massicciamente allo scopo di
ottenere una maggior produzione, ma che rappresentano un elemento importante
per lo sviluppo di micotossine;
- Negli USA esiste
poi il problema della “aree rifugio”, che devono essere attuate insieme alla
coltivazione del mais e che, se non trattate con insetticidi, origineranno un
prodotto con ingenti attacchi di piralide e, conseguentemente, con un alto
contenuto di micotossine. In merito agli effetti del mais Bt sul contenuto di
micotossine, il problema è il seguente: consapevoli del fatto che le aree
rifugio saranno oggetto di “grandi attenzioni” da parte della piralide, cosa ne
sarà della granella prodotta in termini di micotossine se non si faranno
trattamenti insetticidi specifici? La granella prodotta sarà buttata? Sarà
destinata alla produzione di biocombustibili?
Gent. neuro scienziata Cattaneo, mi consenta un’ultima
considerazione sui contenuti di sostanze dannose per l’alimentazione dei
bambini. Sono completamente d’accordo con il Consiglio Superiore della Sanità e
auspico che gli alimenti per bambini siano costituiti solo ed esclusivamente da
alimenti biologici, ovviamente cercando di evitare quelli che provengono dalla
Germania, come Lei correttamente ha fatto notare nella Sua dichiarazione di
voto al Senato ……….Sue testuali parole “……….. l'agricoltura
biologica è legittima, importante, andrebbe forse solo controllata di più
perché non è certo esente da rischi. Possiamo parlare ad esempio
dell'intossicazione di tre anni fa di centinaia di consumatori di germogli di
soia in Germania, con alcuni decessi, descritti dalla stampa come derivati da
coltivazioni biologiche.” Però, mi consenta, perchè tutte le volte che si vogliono "sponsorizzare" gli OGM è necessario parlar male dell'"Agricoltura Biologica"? Ma Lei ha mai visitato un’azienda agricola biologica? Ma si rende conto delle fatiche e dei rischi che deve affrontare un agricoltore biologico, che deve attuare una coltivazione in pieno campo senza utilizzare fitofarmaci di sintesi per non inquinare l'ambiente? Senza utilizzare fitofarmaci sistemici? Senza utilizzare concimi chimici? Un agricoltore che attraverso siepi a piante arboree cerca di mantenere una certa biodiversità. Un agricoltore che sperimenta sulla sua pelle tecniche produttive a basso impatto ambientale, che, se funzionano, vengono adottate anche dall’agricoltura convenzionale (trappole sessuali, confusione sessuale, Bacillus thuringiensis, ecc.)? Personalmente ritengo che la nostra Società dovrebbe dare a questi agricoltori un premio!
Gent. Sen.
Cattaneo, colui che Le ha suggerito questa domanda l’ha utilizzata per far
credere alla gente comune che le piante OGM consentiranno di migliorare le
qualità salutistiche del cibo, ma questo è vero solo in parte, poiché il
problema delle micotossine, come abbiamo visto, permane anche con l'adozione
di mais Bt!
Cara Neuroscienziata Elena Cattaneo, ancora una volta, come
vede, non è tutto così semplice. E’ vero che il mais Bt potrebbe contribuire a determinare
una riduzione del contenuto di micotossine, ma è altrettanto vero che occorre
mettere in pratica altre azioni di contenimento di queste sostanze dannose alla
salute.