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domenica 6 dicembre 2015

A proposito di ricerca sulla vite OGM

Nella ricerca relativa agli OGM, molti Paesi obbligano i ricercatori a rendere pubblici i risultati della stessa. Da noi cosa succede? Nel nostro Paese, dove è risaputo che i 3/4 dei cittadini è contrario agli OGM in ambito alimentare, i ricercatori che lavorano in questo ambito non amano diffondere i risultati della loro ricerca. Peccato. In particolare, possiamo far riferimento ai risultati della ricerca sulla vite ogm ………………………………..

Non è stato così in Italia, dove la sperimentazione dell’Università delle Marche è stata condotta senza alcun confronto tra ricercatori, pubblico e parti sociali, isolandosi dal contesto delle reali esigenze del sistema vitivinicolo italiano. Difficile immaginare che questo modo di fare ricerca possa conciliarsi con l’esigenza dei cittadini di partecipare alla definizione delle finalità della scienza, con i bisogni reali dei consumatori in tema di sicurezza alimentare, ed infine con le scelte del sistema vitivinicolo italiano. Bisognerebbe quindi spiegare come mai l’università abbia ritenuto utile finanziare una ricerca lunga sette anni che probabilmente non avrà mercato, visto che l’uva transgenica non la mangerà nessuno."


Per fortuna che c’è la Fondazione Diritti Genetici
Tra le cose più interessanti riportate a proposito di una ricerca attuata dall’Università di Ancona sulla vite ………….………

1) La modifica apportata attraverso Agrobacterium tumefaciens ha consentito l’inserzione nel genoma della pianta ospite di due nuovi geni che codificano per due proteine aventi funzioni diverse:
- il costrutto defH9-iaaM-nos, codificante per l’enzima triptofano-2-monossigenasi, che catalizza l’ossidazione del triptofano a indolacetamide, precursore dell’auxina IAA;

- il costrutto nos-nptII-nos, codificante per l’enzima neomicina fosfotrasferasi II, che catalizza la fosforilazione della Kanamicina
Come conseguenza della modificazione genetica le PGM presentano i seguenti nuovi caratteri:

- fenotipo partenocarpico: capacità di allegare e completare la maturazione dei frutti in assenza di fecondazione;

- fenotipo tolleranza l’antibiotico Kanamicina: capacità di crescere in vitro su terreno di coltura contenente Kanamicina e di non mostrare clorosi sulle foglie quando spruzzate con una soluzione di Kanamicina .


2) Interazioni con l’ambiente

La ridotta efficienza di germinazione della varietà Silcora e la caratteristica assenza di semi della varietà Thompson non hanno permesso di studiare il flusso genico verticale intraspecifico tra le VGM e i rispettivi controlli presenti nell’appezzamento sperimentale. Non sono stati effettuati studi sul trasferimento genico orizzontale verso i microrganismi del suolo ne tantomeno le possibili interazioni della pianta con le micorizze (intensità della micorrizzazione, frequenza degli arbuscoli radicali ecc).


3) Considerazioni sulla notifica

I risultati della sperimentazione hanno confermato, come dimostrato in diversi lavori condotti su altre specie , che l’espressione del costrutto genico defH9-iaaM-nos da cui ne consegue l’aumento dell’auxina IAA nell’ovario, può contribuire ad aumentare la produttività delle piante, aumentando sia il numero di infiorescenze per pianta, che il numero di fiori per infiorescenza oltre che il peso dei frutti. Per quanto riguarda il clone della varietà GM di Thompson, le differenze di produzione totale rispetto al controllo non GM sono dovute sia ad un maggior numero di grappoli e di acini per grappolo che alla maggior lunghezza e larghezza dei grappoli. Per quanto riguarda invece i due cloni GM di Silcora, l’incremento di produzione totale è stato causato da un aumento di acini per grappolo, mentre non sono state riscontrate sostanziali differenze per quanto riguarda sia il numero di grappoli che la loro lunghezza e larghezza. Anche per l’analisi dei mosti, i dati ottenuti dai cloni delle due varietà GM testate sono stati alquanto discordanti. Infatti, mentre il clone di Thompson presentava una minor acidità totale e, seppur lievemente, un maggior contenuto di zuccheri rispetto al controllo, nei dati ottenuti nel clone di Silcora GM la situazione era opposta.  
I dati ottenuti non permettono di chiarire quali siano le cause di tali differenze che potrebbero essere imputabili sia a una variazione naturale dovuta al background genico delle stesse cultivars, oppure a cause conseguenti ad effetti indesiderati della trasformazione genica. Infatti, oltre a non essere stato valutato il profilo di espressione del costrutto genico defH9-iaaM-nos, anche l’analisi molecolare condotta non è in grado di escludere la presenza di mutazioni genomiche che potrebbe avere effetti indesiderati sul fenotipo della pianta ospite. La sola analisi Southern effettuata per valutare la presenza nel genoma di sequenze indesiderate può sottostimare le possibili mutazioni, delezioni o riarrangiamenti nel sito di inserzione conseguenti alla trasformazione genetica. Al fine di evitare effetti indesiderati e potenzialmente dannosi sul fenotipo della pianta ospite, un’accurata caratterizzazione delle possibili mutazioni nel sito di inserzione dovrebbe prevedere la comparazione tra la sequenza transgenica utilizzata per la trasformazione e la sequenza target della pianta non transgenica prima dell’inserzione.
A livello molecolare non è inoltre stata valutata la stabilità del transgene, importante per verificare la possibilità per la pianta di mantenere il fenotipo desiderato nelle generazioni successive oltre che per evitare effetti indesiderate conseguenti alla modificazione genetica.
A livello ambientale non è stato monitorato il flusso genico verticale verso le varietà di vite non GM, ed, inoltre, non sono state effettuate analisi degli effetti del transgene e del prodotto transgenico sul suolo.


In definitiva:

- la trasformazione è stata attuata con marcatori antibiotici;

- non è stato possibile studiare gli effetti sull’ambiente;

- sono stati ottenuti risultati diversi per 2 cultivar, ma, parole loro “I dati ottenuti non permettono di chiarire quali siano le cause di tali differenze che potrebbero essere imputabili sia a una variazione naturale dovuta al background genico delle stesse cultivars, oppure a cause conseguenti ad effetti indesiderati della trasformazione genica.

http://www.fondazionedirittigenetici.org/vitevita/documenti/22_relazione%20attivita%20notificab_it_99_26.pdf

http://www.fondazionedirittigenetici.org/vitevita/documenti/9_Mezzetti%20et%20al%202002.pdf

http://www.fondazionedirittigenetici.org/vitevita/documenti/10_mezzetti%20et%20al%202004.pdf

http://www.fondazionedirittigenetici.org/vitevita/documenti/54_7_Costantini%20et%20al_2007.pdf

http://www.fondazionedirittigenetici.org/vitevita/documenti/55_The%20DefH9-iaaM%20in%20table%20grape.pdf