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venerdì 5 ottobre 2012

OGM HT e piante infestanti resistenti

Amaranthus Palmeri



Purtroppo, al contrario delle promesse, le piante OGM resistenti ai diserbanti non risolvono il problema delle erbe infestanti, anzi, sotto certi punti di vista, poichè favoriscono la selezione di erbe infestanti resistenti al diserbante, complicano l'attività di controllo delle stesse da parte dell'agricoltore. Tra le altre motivazioni si ricorda che le piante OGM possono ibridarsi con parentali selvatiche impedendo di fatto ogni forma di controllo della diffusione del transgene. Di notevole impatto è anche la dispersione incontrollata nell'ambiente dei semi  di piante OGM coltivate durante le operazioni di raccolta e di trasporto della produzione annuale.


Tra le piante transgeniche maggiormente diffuse nei Paesi dove ne è consentita la coltivazione, vi sono anche quelle resistenti agli erbicidi (OGM HT, Herbicide Tolerance). In questo caso, coloro che hanno introdotto queste piante, hanno pensato che per risolvere il problema delle erbe infestanti fosse necessario indurre nel patrimonio genetico delle piante coltivate una resistenza ad un particolare diserbante, in modo tale da poterlo poi utilizzare tranquillamente in ogni momento del ciclo vegetativo, per l’eliminazione di tutte le altre piante “non resistenti”. 

Ovviamente ogni ditta sementiero/chimico/farmaceutica, anche al fine di aumentare i suoi profitti, ha introdotto nella pianta la resistenza al diserbante per il quale detiene il brevetto, per cui negli U.S.A. sono coltivati mais, soia e colza resistenti a diserbanti diversi. In particolare, gli eventi HT sono caratterizzati da una tolleranza nei confronti di erbicidi (Glifosate, seguito dal Glufosinate ammonio), grazie all’inserimento nel genoma della pianta di geni di lieviti e batteri, che producono gli enzimi necessari al metabolismo della pianta in sostituzione di quelli originali che vengono inattivati in seguito all’azione dell’erbicida. In questo modo un erbicida totale/non selettivo, attivo su tutte le piante, non è efficace sulla pianta transgenica coltivata, che è dotata degli "anticorpi" necessari a neutralizzare gli effetti dell'erbicida.


Da rilevare che nei Paesi in cui è diffusa la coltivazione di piante OGM HT, a distanza di una ventina di anni dall’introduzione nel campo coltivato di queste piante, numerosi effetti agronomici negativi a suo tempo preventivati da alcuni studiosi, come per esempio la comparsa di erbe infestanti resistenti al diserbante totale, si sono, purtroppo, manifestati, vanificando gli effetti "miracolosi" previsti da chi ha introdotto queste piante. Tali effetti sono stati per la gran parte osservati da ricercatori indipendenti di Università americane, che hanno voluto indagare sulle reali capacità produttive e agronomiche di queste nuove piante.


Le piante resistenti ai diserbanti totali, dovevano rappresentare lo strumento in grado di semplificare decisamente le pratiche agronomiche: un unico trattamento diserbante per liberare la coltivazione da tutte le erbe infestanti. 


Purtroppo, la realtà è un’altra, in quanto:

- l’utilizzazione continua dello stesso diserbante ha determinato la selezione delle piante che sono geneticamente resistenti al diserbante, per cui dopo alcuni anni esse hanno occupato la “nicchia ecologica” lasciata libera dalle piante più sensibili al diserbante. In particolare, l’elenco delle piante resistenti è piuttosto lungo e comprende (tra parentesi l’anno in cui i ricercatori hanno verificato la resistenza):


Lolium rigidum (1996)
Eleusine indica (1997)
Conyza canadensis (2000)
Lolium multiflorum (2001)
Conyza bonariensis (2003)
Plantago lanceolata (2003)
Ambrosia artemisiifolia (2004)
Ambrosia trifida (2004)
Amaranthus palmeri (2005)
Amaranthus rudis (2005)
Euphorbia heterophylla (2005)
Sorghum halepense (2005)
Echinochloa colona (2007)


Tale fenomeno è stato evidenziato anche da talune ricerche effettuate da Università americane e documentate dalle foto che seguono. Nella foto che segue è possibile vedere un esempio di campo coltivato a soia RR con una grave infestazione di erbe spontanee;

http://www.btny.purdue.edu/weedscience/2006/GiantRagweed06.pdf


http://www.youtube.com/watch?v=B-cka5s4AqE


http://www.youtube.com/watch?v=eXTxEX5WpPw


http://deltafarmpress.com/soybeans/herbicide-resistant-weeds-louisiana


- le piante parentali selvatiche hanno acquisito per impollinazione da parte del polline transgenico, il transgene/i transgeni che conferiscono resistenza ai diserbanti, divenendo così esse stesse resistenti al diserbante o ai diserbanti, in quanto, come si è visto, in uno stesso Paese sono state introdotte piante della stessa specie resistenti a tipologie diverse di diserbante (senape selvatica è parentale selvatica di colza RR);


http://www.galileonet.it/articles/4c32e1be5fc52b3adf001faf


http://www.agrinews.info/Uno-studio-dimostra-per-la-prima-volta-la-stabilizzazione-del-transgene-nelle-piante-selvatiche_argomenti_x_149.html


- le piante transgeniche coltivate in una annata agraria (per esempio colza RR o soia RR, più difficile per il mais nel nostro Paese) sono divenute esse stesse infestanti di altre piante transgeniche coltivate in annate successive. Cosa accade? Accade che quando si raccoglie qualche seme cade sempre a terra e, inevitabilmente, germina nell’annata successiva. Tale evento non costituisce un problema se non si fanno le rotazioni e si “ristoppia” la stessa pianta, mentre lo è nel caso in cui vengano effettuati avvicendamenti colturali (rotazioni). Come potrà essere diserbato il campo coltivato se la pianta dell’annata precedente divenuta infestante e la pianta coltivata nell’anno sono resistenti allo stesso diserbante? Molto semplice, è necessario reintrodurre i vecchi diserbanti ed effettuare trattamenti con miscele di diserbanti.

http://www.nature.com/news/2010/100806/full/news.2010.393.html


http://www.ag.ndsu.edu/northcentralrec/weed-science-research/Volunteer%20canola%20control%20in%20corn%20-2005.pdf


- le piante transgeniche coltivate diventano a tutti gli effetti piante infestanti e si diffondono in modo incontrollato nell’ambiente. In particolare, negli USA, dove da anni queste piante vengono coltivate, c’è il grosso problema della diffusione della colza RR, che cresce spontaneamente sui cigli delle strade, nei fossi, nelle sedi ferroviarie e in tutte le aree non coltivate e costituisce un vero problema per gli agricoltori che, spesso, si trovano il campo coltivato infestato da questa colza che è difficile da controllare, poiché è resistente ai diserbanti. Il problema è talmente sentito che le Ditte che hanno il brevetto su queste piante HT hanno offerto gratuitamente gli erbicidi per il controllo dei cigli stradali e dei fossi (si tratta spesso di diserbanti selettivi di post-emergenza e pre-emergenza sistemici, specificamente utilizzabili per il controllo di erbe annuali e perenni e dicotiledoni in aree non colturali).


http://westernfarmpress.com/management/rr-canola-evolves-vexing-weed


http://wric.ucdavis.edu/PDFs/Seed_bank_persistence_of_genetically_modified_canola.pdf


http://www.agweek.com/event/article/id/172277/publisher_ID/40/


Come si è potuto notare, l’introduzione delle piante transgeniche resistenti ad un diserbante totale non ha semplificato la risoluzione del problema relativo al contenimento dei danni causati dalle piante infestanti, anzi sotto certi punti di vista lo ha peggiorato, in quanto l'assenza quasi totale delle rotazioni, l'utilizzazione continua dello stesso diserbante e la diffusione incontrollata nell'ambiente di queste piante, ha favorito lo sviluppo di piante infestanti con resistenze genetiche difficilmente controllabili.

In definitiva, le piante OGM HT, così come le altre piante transgeniche, non mantengono le promesse e presentano dei rischi per l'ambiente, poichè la loro introduzione è del tutto analoga al rilascio di specie esotiche, una pratica che ha portato nel recente e lontano passato a qualche beneficio, ma anche a molti danni di natura biologica ed economica.