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giovedì 7 febbraio 2013

Le sementi OGM non sono sterili


Tra le tante argomentazioni contrarie all’introduzione degli OGM vi è anche quella relativa al fatto che gli OGM, in relazione ai brevetti posseduti dalle multinazionali del seme, snaturerebbero il ruolo dell’agricoltore,  che da sempre migliora e seleziona le proprie sementi e che, con l’avvento degli OGM, sarebbe obbligato a comprare tutti gli anni la semente.
Purtroppo questa affermazione non è vera, in quanto sia l’operazione di miglioramento genetico convenzionale (non OGM), sia l’operazione di produzione delle sementi convenzionali (siano esse ibride o no) non è quasi più svolta dall’agricoltore.

In termini molto semplicistici, le piante ibride (non OGM) derivano dalla fecondazione incrociata di un padre certo e di una madre certa. L’agricoltore è costretto ad acquistare tutti gli anni la semente ibrida (non OGM), in quanto la semente ottenuta in  seconda generazione non fornisce buoni risultati produttivi. L’agricoltore paga un servizio che gli consente di ottenere una maggiore produttività per ettaro.

Da rilevare poi che di solito la “multinazionale del seme” è  titolare del brevetto anche nel caso di piante convenzionali “Non OGM”, siano esse ibride o no.

Perché l’agricoltore preferisce acquistare tutti gli anni la semente? Per tre ordini di motivi:

-         La semente deve avere una elevata germinabilità  e affinchè sia tale è necessario che la semente sia coltivata, raccolta e conservata in modo adeguato e con tecnologie specifiche;


-         La semente deve essere libera da impurità. Anche in questo caso una produzione specifica per la semina garantisce un risultato superiore a quello che si potrebbe ottenere presso l’azienda agricola;


-         La semente deve essere libera da malattie. Anche in questo caso l’agricoltore preferisce affidarsi alle conoscenze di una impresa specializzata.  


Ci sono agricoltori che utilizzano parte del raccolto dell’annata per la semina nell’annata successiva? La risposta è affermativa. Soprattutto in questi ultimi anni in cui il margine economico per l’agricoltore è “ridotto all’osso”,  ci sono coltivatori che lo fanno. Le coltivazioni che si prestano ad una operazione del genere sono soprattutto soia, frumento (duro e tenero) e riso. Per il mais i coltivatori italiani, tranne qualche sporadico caso di seme vitreo e/o “Maranino”, comprano il seme ibrido (non OGM) ogni anno. 

A conferma del fatto che "non è vero che con gli OGM l'agricoltore è costretto ad acquistare tutti gli anni la semente", si tenga presente che il forte sviluppo della soia RR in Argentina ed in Brasile è dovuto al fatto che questi Paesi non riconoscono il brevetto sulle sementi. Pertanto, tutti gli anni gli agricoltori trattengono una parte del raccolto dell'annata di soia RR per riseminarlo nell'annata successiva. E la soia, pur essendo OGM, germina regolarmente!