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mercoledì 22 aprile 2015

Appunto n. 3 per la carta di Milano Expo - Pacchetto di revisione del processo decisionale per l’autorizzazione degli OGM sia come alimenti, sia come mangimi.

La Commissione europea ha adottato in data odierna un Pacchetto di revisione del processo decisionale per l’autorizzazione degli organismi geneticamente modificati (OGM) sia come alimenti, sia come mangimi.
Questa revisione deriva dagli orientamenti politici presentati al Parlamento europeo nel luglio 2014, in base ai quali la Commissione è stata eletta, e conferma l'esigenza di cambiamenti che riflettano le opinioni del pubblico e consentano ai governi nazionali di avere più voce in merito all'uso di OGM autorizzati a livello dell'UE destinati all'alimentazione umana (alimenti) o animale (mangimi). L’Esecutivo dell’Ue propone pertanto di modificare la legislazione in vigore al fine di conferire agli Stati membri maggiore libertà di limitare o proibire l'uso di OGM autorizzati a livello dell'UE negli alimenti o nei mangimi nel loro territorio.
Secondo quanto riportato nel comunicato stampa della Commissione europea, il nuovo approccio proposto è volto a raggiungere il giusto equilibrio tra il mantenimento del sistema di autorizzazione dell'UE e la libertà di decisione degli Stati membri riguardo all'uso degli OGM nel loro territorio. Data l'importanza cruciale di mantenere un sistema unico di gestione del rischio al fine di garantire lo stesso livello di protezione in tutta l'UE, non è modificato l'attuale sistema di autorizzazione e non sono modificate le norme in materia di etichettatura che garantiscono la libertà di scelta per il consumatore. La novità consiste nel fatto che, una volta che un OGM è stato autorizzato per l'uso in Europa come alimento o come mangime, gli Stati membri avranno la possibilità di decidere se consentire o no che un determinato OGM venga usato nella loro catena alimentare (misure di opt-out).
Gli Stati membri dovranno giustificare la compatibilità delle loro misure di opt-out con la legislazione dell'UE, compresi i principi che disciplinano il mercato interno, e con gli obblighi internazionali dell'UE, di cui sono parte integrante gli obblighi assunti dall'UE nell'ambito dell'OMC. Le misure di opt-out dovranno inoltre essere fondate su motivi legittimi diversi da quelli valutati a livello dell'UE (rischi per la salute umana o animale o per l'ambiente).


Questa proposta, insieme a quella che consente agli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione degli OGM, è un “Cavallo di Troia”, che consentirà in pochi anni di aprire le porte ai prodotti transgenici, in quanto, sarà vietata l’importazione di mangimi OGM, ma non sarà vietata l’importazione della carne, delle uova, del latte, ecc. ottenuti all’estero dall’utilizzazione di mangimi OGM e che saranno venduti nel nostro Paese confondendoli con quelli prodotti da noi “OGM free”.  Ecco allora che in questa situazione di “concorrenza sleale” i nostri allevatori saranno svantaggiati e ben presto si lamenteranno chiedendo anche loro di poter utilizzare gli OGM per l’alimentazione animale. Se si vuole veramente che questa norma abbia la sua efficacia è necessario intervenire sull’etichettatura dei derivati da mangimi OGM (carne, latte, uova, ecc.), al fine di consentire al consumatore una scelta consapevole.