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domenica 2 marzo 2014

Non è vero che le piante OGM producono di più delle piante “non OGM”

        Ne avevamo già parlato e avevamo riportato le affermazione di due noti genetisti italiani, tra l’altro sostanzialmente favorevoli all’introduzione degli OGM nel nostro Paese. In particolare, il prof. Gavazzi dell’Università di Milano afferma che Le piante transgeniche attualmente commercializzate non alzano il tetto di produzione potenziale. A questo scopo, sarebbe necessario rimaneggiare la pianta ex novo, non limitandosi ad introdurre singoli geni ma modificando processi fisiologici che rappresentano il collo di bottiglia dell’aumento di produzione.” [Gavazzi G. - OGM e produzione agricola, La Provincia, Quotidiano di Cremona e Crema, 25 gennaio, 2004].
         Il prof. Scarascia Mugnozza dell’Università di Viterbo, afferma che “(omissis) ….. è ancora da dimostrare la superiore potenzialità produttiva delle varietà GM rispetto alle varietà locali adattate in sistemi agricoli sfavoriti da condizioni climatiche …… o edafiche avverse. In questo caso il miglioramento genetico mediante la classica ibridazione intra e interspecifica seguita da selezione, ha sempre offerto e continuerà ad offrire risultati sorprendenti ed a costi relativamente bassi.” [Scarascia Mugnozza – Potenzialità del miglioramento genetico in piante ed animali – Accademia Nazionale di Agricoltura e CNR – Bologna, 2001].
         A conferma di queste affermazioni, ovvero che le piante OGM non producono molto di più di quelle convenzionali, ci sono anche i dati di numerose pubblicazioni nordamericane sulla produttività delle colture geneticamente modificate. Gli studi sulla produttività riguardano le due principali piante OGM coltivate, la soia tollerante agli erbicidi (HT) e il mais resistente agli insetti (Bt). Sono disponibili anche alcuni studi canadesi su colza.

Negli USA, una delle ragioni per la rapida adozione della soia GM è stata l'aspettativa di un rendimento superiore a quello per la soia non-GM. Un certo numero di progetti di ricerca statunitensi hanno affrontato questo tema. I risultati sembrano indicare il contrario: nella maggior parte delle prove sul campo la pianta OGM mostra rendimenti inferiori rispetto alla coltura non-GM, come indicato nella tabella seguente, che riguarda il caso della soia Roundup Ready (RR).  

Tabella 3.1 Le differenze nei rendimenti tra soia convenzionali e OGM 



         Fonte: Benbrook 1998, sulla base di Oplinger

In Kansas, la differenza di rendimento varia tra il 2 e l'11% a favore di soia non-GM, come indicato da Hofer et al . (1998):
Tabella 3.2 Le differenze nei rendimenti tra soia convenzionali e OGM, Kansas



          Per quanto attiene al mais Bt, diversi studi hanno verificato un leggero aumento dei rendimenti. Sulla base dei dati rilevati nel triennio 1996-1998, l'USDA ha osservato che gli utilizzatori di mais Bt hanno ottenuto rendimenti più elevati rispetto agli utilizzatori di mais convenzionale (Gianessi e Carpenter, 1999). In particolare, sarebbero stati verificati maggiori rendimenti  medi di 0,73 t/ha nel 1997 e 0,26 t/ha nel 1998, rispettivamente, + 9% e +3% rispetto alla resa media del periodo 1997/98.