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sabato 6 luglio 2013

Il Ministro De Girolamo, per il momento a parole, è contrario agli OGM


A margine dell’Assemblea Nazionale di Coldiretti, così si è espresso il Ministro De Girolamo: “Considero quanto detto oggi un vero e proprio contratto con tutti gli agricoltori italiani e per questo ho messo per iscritto il mio impegno per dire no agli OGM in Italia, abolire l’IMU agricola, semplificare la burocrazia del comparto, premiare gli agricoltori attivi e promuovere l’internazionalizzazione dell’agricoltura italiana. L’agricoltura italiana non ha bisogno di OGM. Questo è il mio impegno senza se e senza ma. Non si tratta di pregiudizio ideologico, ma piuttosto di stare ai fatti: il nostro patrimonio agroalimentare è amato in tutto il mondo per la sua tipicità e scegliere la strada degli organismi geneticamente modificati è fallimentare. Non mi farò condizionare da polemiche strumentali e voglio chiedere ai miei colleghi di governo, il Ministro Lorenzin e il Ministro Orlando, di sostenere questa lotta che è per tutti gli agricoltori, per la biodiversità e per il Paese intero dal momento che il Made in Italy è il vero potere dell’Italia. Dobbiamo firmare – ha affermato De Girolamo - il Decreto anti OGM per risolvere il nodo della coltivazione sul territorio nazionale”.

Siamo soddisfatti di questa presa di posizione del Ministro De Girolamo. Speriamo che alle parole seguano i fatti, poichè finora nulla di concreto si è visto, anzi il temporeggiamento non ha fatto altro che rendere la vita più facile a coloro che a tutti i costi vogliono seminare OGM in Italia. Per quanto ci riguarda è da tanto che facciamo rilevare che:

1 – questi OGM non sono adatti all’agricoltura italiana. L’Italia, anche con gli OGM,  con le sue piccole aziende agricole, non potrà mai competere sul mercato mondiale sulla base dei bassi costi e dei bassi prezzi, ma potrà competere solo sulla base della qualità;



2 – con gli OGM l’agricoltore non guadagnerà di più, perché se è vero che calano i costi di produzione è altrettanto vero che nel lungo periodo calano anche i prezzi di mercato, in quanto il prezzo non viene fissato dall’agricoltore (in agricoltura, nel lungo periodo, costo unitario medio, costo marginale e prezzo di mercato tendono a coincidere). Anche l’esplosione delle superfici coltivate a livello mondiale in certi Paesi non è sinonimo di maggior reddito per il coltivatore, ma è dovuta alla mancata etichettatura degli alimenti OGM in questi stessi Paesi;



3 – gli OGM favoriscono la delocalizzazione produttiva. Quando avremo piante che “resistono” ad ogni avversità e ad ogni condizione pedoclimatica, è molto probabile che la loro coltivazione si sposterà in Paesi che hanno situazioni di costo di produzione più favorevoli delle nostre;



4 – il brevetto sugli OGM rende dipendente il coltivatore dalle multinazionali del seme, che potrebbero avviare coltivazioni con contratti di soccida per le piante, sulla falsa riga di quello che già avviene nell’allevamento animale;



5 -  non è vero che con gli OGM la produzione per ettaro è superiore a quella delle sementi convenzionali;



6 – gli OGM sono contro la biodiversità, poiché il patrimonio genetico delle piante OGM coltivate deriva da un ristretto numero di cellule trasformate;


7 – gli attuali OGM hanno il transgene inserito nel nucleo e determinano “inquinamento genetico” e, pertanto non rendono possibile la coesistenza con altre forme di agricoltura, sia essa convenzionale o biologica. Da rilevare che, oggigiorno, le moderne tecniche di ingegneria genetica consentirebbero di introdurre il transgene nei cloroplasti, evitando così l’inquinamento genetico;



8 – gli OGM favoriscono le strategie di appropriazionismo e di sostituzionismo del settore industriale nei confronti del settore agricolo. Con gli OGM il reddito dell’agricoltore nel lungo periodo è destinato a diminuire;



9 – gli OGM possono determinare la scomparsa dell’industria sementiera nazionale, determinando così grande preoccupazione per la sicurezza alimentare, sia da un punto di vista quantitativo, sia da un punto di vista qualitativo.



10 – gli OGM da soli non risolvono il problema delle micotossine;





11 – le piante OGM resistenti ai diserbanti non risolvono il problema delle erbe infestanti, in quanto:
                        - le erbe infestanti dopo pochi anni maturano una resistenza genetica al diserbante;
                        - le erbe infestanti parentali acquisiscono il transgene dalle piante OGM coltivate e diventano esse stesse resistenti al diserbante;
                        - le piante transgeniche coltivate (per esempio colza OGM) in annate successive diventano esse stesse infestanti di altre coltivazioni;



12 – non risolvono il problema degli insetti nocivi (anche utilizzando il mais BT, la piralide dopo pochi anni diventa resistente alla tossina BT);



Da rilevare che il “No agli Ogm” è stata una tesi sostenuta da tutti e tre i ministri interessati alla firma della clausola di salvaguardia, ovvero Lorenzin per la Salute e Orlando per l’Ambiente, che ha affermato “noi non vogliamo gli OGM perché non vogliamo che il nostro paese diventi troppo simile o uguale ad altri paesi”.