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venerdì 8 novembre 2013

Il Ministro dell'Ambiente Andrea Orlando e la libertà per ogni stato membro di non coltivare OGM

Il Ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, ha commentato la richiesta inviata dalla Commissione di Bruxelles al Consiglio Europeo dei Ministri di avviare un nuovo dibattito sulla cosiddetta "proposta sulla coltivazione", sulla quale il Parlamento Europeo ha già espresso il proprio parere. La proposta consentirebbe agli Stati membri di limitare o di vietare la coltivazione di Ogm sul proprio territorio per motivi diversi dalla tutela contro i rischi per la salute e l'ambiente, come per esempio le specificità delle singole nazioni. Il Ministro ha affermato che "La proposta della Commissione europea di lasciare ai Paesi membri più autonomia sugli Ogm rafforza la posizione dell'Italia, contraria all'uso di prodotti transgenici nella sua agricoltura. Viene coronato un impegno che il ministero porta davanti da anni".
"L'Italia ha un'agricoltura fatta di qualità, di colture biologiche, di prodotti apprezzati nel mondo. Gli Ogm, invece, sono produzioni massive, commodity per l'agroindustria multinazionale, e non sono convenienti per la crescita della green economy, che aiuta le imprese italiane a intercettare la ripresa. Per questo motivo - ricorda Orlando - nelle scorse settimane ho scritto al ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, per ricordarle il divieto italiano alla coltivazione del granturco geneticamente modificato e le sanzioni. Ma soprattutto è urgente che si muovano le Regioni - conclude il ministro - varando quelle 'regole di coesistenza' che difendano le produzioni tipiche nazionali, uno dei valori dell'Italia nel mondo, dai nuovi prodotti transgenici".
Al Ministro Orlando, persona seria ed onesta, è però necessario ricordare che la “libertà agli Stati membri di vietare la coltivazione degli OGM sul loro territorio è subordinata alla realizzazione di altre manovre, come per esempio l’etichettatura dei “derivati da OGM” (carne, latte, uova, ecc.), poiché, se così non fosse, la norma potrebbe risultare un “cavallo di Troia” per l’introduzione degli OGM nel nostro Paese.


Al Ministro Orlando occorre poi ricordare che anche la norma sulla coesistenza, se non attuata in modo serio e consapevole, può trasformarsi in un mezzo per agevolare l’ingresso degli OGM nel nostro Paese.