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martedì 23 ottobre 2012

OGM: in ambito agroalimentare non abbiamo bisogno di quantità, ma abbiamo bisogno di qualità



Ogni tanto si legge o si sente dire che il nostro Paese dovrebbe adottare piante transgeniche (OGM), in quanto queste piante produrrebbero di più. A parte il fatto che è ancora da dimostrare la maggior produttività delle piante transgeniche rispetto a quelle convenzionali, il vero problema è che nei Paesi dell’Unione Europea non abbiamo bisogno di quantità, ma abbiamo bisogno di qualità. L’aumento produttivo è ormai un vecchio obiettivo della Politica Agraria Comunitaria (PAC). In particolare, è da anni che la PAC cerca di limitare la produzione di eccedenze, con numerosi strumenti, tra i quali:
-         Quote di produzione;
-         Ritiro dei seminativi dalla produzione;
-         Distruzione delle eccedenze produttive.

Le Quote di produzione costituiscono un meccanismo di controllo quantitativo della produzione agricola, sottoposto ad un regime particolare di funzionamento: l'Organizzazione comune di mercato (OCM), che disciplina, secondo regole comuni, la produzione agricola e il suo commercio. Coesistono quattro tipologie di quote:
- Le quote di produzione in senso stretto - riguardano il latte e lo zucchero, sono stabilite a livello nazionale. Ripartite tra le aziende agricole le imprese, esse prevedono sanzioni a carico dei produttori dei singoli Stati membri in caso di superamento;
- Le quote di produzione garantita di carattere nazionale - Tali quote (quantitativi massimi garantiti - QMG; superfici massime garantite - SMG; premi per capo di bestiame) che riguardano un lungo elenco di prodotti, sono equivalenti ad un diritto di aiuto diretto a favore dei produttori, ridotto proporzionalmente in caso di superamento dei limiti prefissati;
- Le quote di produzione garantita a livello comunitario - Detta categoria di quote calcolate sulla produzione EU-15, in via di sparizione, riguarda soltanto alcuni ortofrutticoli trasformati, le leguminose e le banane;
- Le quote nazionali di eccedenze - Dette quote riguardano alcune produzioni mediterranee (il vino, mediante volumi di distillazione approvati) e alcuni ortofrutticoli freschi (tramite soglie di ritiro).

Il Ritiro dei seminativi dalla produzione (di solito con durata ventennale), può essere fatto attraverso diverse modalità. Una volta che i terreni sono stati ritirati, non potranno essere coltivati a seminativo (frumento, mais, soia, ecc.). Assumono una certa importanza:
1.     Il “Ritiro dei seminativi dalla produzione per scopi ambientali”;
2.     Il “Ritiro dei seminativi per la Gestione dei terreni per l’accesso del pubblico e per le attività ricreative”.

A volte, soprattutto nel caso di eccedenze produttive, viene attuata anche la distruzione della produzione, al fine di contenere l’offerta e mantenere un certo prezzo di mercato. Ad esempio, nel caso della vitivinicoltura sono previsti:
-         Misura relativa alla vendemmia verde: per vendemmia verde si intende la distruzione totale o l’eliminazione dei grappoli non ancora giunti a maturazione, riducendo a zero la resa della relativa superficie vitata. Il sostegno a favore della vendemmia verde può consistere nell’erogazione di una compensazione sotto forma di pagamento forfettario per ettaro, il cui importo deve essere stabilito dallo Stato membro.

-         Misura di distillazione di crisi: sostegno concesso per la distillazione volontaria o obbligatoria di eccedenze di vino decisa dagli Stati membri in casi giustificati di crisi, al fine di ridurre o eliminare l’eccedenza e nel contempo garantire la continuità di rifornimento da un raccolto all’altro.

-         Misura relativa alla distillazione dei sottoprodotti: sostegno concesso alla distillazione, volontaria oppure obbligatoria, dei sottoprodotti della vinificazione (vinacce e fecce di vino).

-         Misura relativa alla distillazione di alcole per usi commestibili: sostegno concesso ai produttori, sotto forma di aiuto per ettaro,  per la distillazione del vino in alcole per usi commestibili.